Il grande cuore biancazzurro non smette mai di battere per aiutare i compagni in difficoltà o per non dimenticare un compagno di squadra più sfortunato. "Prato ricorda l’amico Stefano Guerra": è questo il titolo che è stato dato alla cena benefica e alla serata organizzata da alcune ‘vecchie glorie’ dell’Ac Prato lunedì prossimo, al ristorante Myo del Centro Pecci in viale della Repubblica, a partire dalle 20. Parte del ricavato della cena (50 euro per partecipare, prenotazione obbligatoria al 393-9769769) sarà utilizzato per sostenere le cure necessarie ad Alessandro Tatti, altro ex calciatore del Prato e non solo, colpito poco più di un anno fa da encefalomielite disseminata acuta. Insomma una doppia motivazione quella che ha spinto Massimo Marchini, Alessio Torracchi, Marco Rossi, Samuele Zoppo e tanti altri ex compagni di squadra in biancazzurro a mobilitarsi per ricordare, fra aneddoti sul calcio, sulla vita fuori dal campo, sulle mille battaglie vissute assieme il compianto Stefano Guerra, uno dei calciatori degli anni Ottanta del secolo scorso fra i più amati dalla tifoseria laniera, scomparso improvvisamente la scorsa estate in seguito alla puntura di un’ape. Nato a Verona e cresciuto nel Lanerossi Vicenza, Guerra è stato durante la carriera un terzino sinistro affidabile e ha giocato in diverse squadre italiane, tra cui, appunto, il Prato. Arrivò in città per giocare la stagione 1984-85, nella rosa della squadra che Maurizio Bruno guidò al ritorno in serie C1 vincendo lo spareggio di Modena contro l’Alessandria. Restò al Prato fino al 1987-88, sempre in serie C1 ed ebbe modo di farsi conoscere e apprezzare in città anche per le sue doti umane. Dopo una parentesi felice alla Reggiana, con vittoria del campionato di C1 e promozione in Serie B (proprio ai danni del Prato) tornò in biancazzurro nel 1991 per due stagioni in serie C2 sotto la guida di prima di Luigi Mascalaito, poi di Roberto Bicchierai, collezionando in tutto 112 presenze con la casacca laniera e lasciando un segno indelebile nella storia della società e fra i compagni di squadra. Gli stessi che ancora oggi hanno deciso di ricordarlo.
L.M.