Sulla possibilità di portare a Prato una sezione della Dda (Direzione distrettuale antimafia) sarà il ministro della Giustizia Carlo Nordio a dare una risposta definitiva. Ieri intanto alla Camera il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon della Lega, ha parlato chiaramente del ‘sistema Prato’ dopo i fatti di Seano rispondendo all’interrogazione presentata dai deputati di Fratelli d’Italia Chiara La Porta e Francesco Michelotti.
"Risulta - ha spiegato Durigon- che recenti indagini giudiziarie hanno ricostruito il cosiddetto sistema pratese, messo in atto dalla criminalità cinese stabilendo orari e stipendi inadeguati per lavoratori pachistani, bengalesi e nordafricani". Del resto, ha segnalato il sottosegretario, "la delinquenza in ambito economico e di impresa è molto frequente, l’elevata competitività delle aziende a conduzione cinese è strettamente connessa all’impiego di manodopera irregolare retribuita in maniera inadeguata alla qualità e alla quantità del lavoro prestato, all’inadempimento degli obblighi contributivi in maniera previdenziale, nonché alla violazione delle regole cautelari in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro spesso trasformati in dormitori, all’evasione fiscale, all’imposizione di orari prolungati, alla sistematica violazione dei divieti imposti a tutela di marchi e brevetti". Di fronte a questa cornice allarmante Durigon ha ricordato l’impegno del dicastero della Giustizia per il distretto pratese: "Il ministero è intervenuto negli ultimi anni per rafforzare la pianta organica della procura di Prato e più in generale degli uffici requirenti distrettuali, con specifico riferimento alla direzione distrettuale antimafia". Ed ha ribadito "le molteplici attività di controlli e ispezioni condotte con regolarità", ma anche le misure di prevenzione e repressione connesse al Pnrr e gli interventi normativi per disincentivare lo sfruttamento. Nulla sull’auspicato incremento del numero degli ispettori del lavoro come richiesto dalla sindaca Bugetti, richiesta rilanciata dal Pd e fatta propria anche dal Tavolo di distretto.
Le reazioni politiche non sono mancate. E tra FdI e Pd c’è un abisso di vedute e prospettive. Chiara La Porta ha sottolineato che "il governo Meloni è pronto a rispondere al sistema mafioso del distretto parallelo a Prato, e non si gira dall’altra parte". Il ministero del Lavoro "si è impegnato ulteriormente ad assicurare azioni sempre più efficaci contro pratiche criminali soprattutto in quei territori in emergenza, come il nostro, affinché sia garantito il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei lavoratori". Relativamente al lavoro sommerso, grazie al progetto fortemente voluto dal governo ‘Alt Caporalato’, sono già in essere ulteriori verifiche e controllo sul territorio da parte del personale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, la cui graduatoria in essere è già stata portata a compimento. In agosto, l’Ispettorato ha pubblicato un nuovo bando di concorso per l’assunzione di 750 ispettori su tutto il territorio nazionale, che ha interessato anche la Toscana. Il governo, a Prato, finalmente c’è. Il lavoro da fare è certamente ancora lungo, ma non abbasseremo la guardia". Ferma la replica di Marco Furfaro, deputato Pd: "Ancora una volta dal governo non arrivano risposte concrete alle richieste del territorio pratese. Durigon non è andato oltre un generico impegno del suo ministero sul fronte dei controlli e della lotta allo sfruttamento lavorativo. Prato non ha bisogno di promesse ma di fatti e azioni concrete".
Luigi Caroppo