REDAZIONE PRATO

Il Macrolotto 3 nascerà sui tetti "Non consumeremo suolo agricolo"

Il nuovo piano strutturale prevede 117 ettari di nuove superfici industriali: si costruirà sopra le fabbriche .

Il Macrolotto 3 nascerà sui tetti "Non consumeremo suolo agricolo"

Diciassette ettari di consumo di suolo agricolo per realizzare produttivo, terziario, una scuola media e l’ampliamento di un impianto sportivo. E 27 ettari di consumo di suolo urbano per nuove edificazioni. Interventi dai quali scaturiranno 315 ettari di opere di urbanizzazione. In estrema sintesi sono questi i numeri del nuovo piano strutturale, il terzo della storia di Prato, dopo quello targato Secchi, e l’altro approvato durante la giunta Cenni di centrodestra. "Un piano a consumo zero di suolo agricolo" sottolinea l’assessore Valerio Barberis che fa notare come solo lo 0,29% del territorio rurale venga reso edificabile. In totale le aree di co-pianificazione approvate dalla Regione Toscana sono nove: sette sono private per un’estensione di 8 ettari e mezzo, il resto sono pubbliche per realizzare la scuola media a Grignano e ampliare il polo sportivo di Iolo.

L’altra novità, annunciata ormai da tempo, è la previsione della creazione del Macrolotto 3. Che non sarà a piano terreno, bensì sui tetti. Cosa significa? Che si potrà costruire sopra le fabbriche esistenti. Il piano strutturale infatti individua 117 ettari all’interno dei macrolotti e delle lottizzazioni artigianali per potere costruire in altezza, ferma restando la presenza della fabbrica già esistente al piano terra. "In questo modo i macrolotti e le aree artigianali potranno diventare dei veri parchi industriali, dove introdurre 6.000 nuovi alberi e generando le condizioni per abbattere la temperatura fino a due gradi" aggiunge Barberis. Una parte specifica del piano strutturale viene dedicata anche all’archeologia industriale. La giunta, infatti, ha voluto tutelare aree ritenute "identitarie" della vocazione manifatturiera e produttiva del distretto pratese. A rientrare in queste zone vincolate e soggette a specifiche regole sono 564.000 metri quadri della città, su un totale di 5,1 milioni di metri quadri occupati da edifici produttivi. "Il piano strutturale proietta la città nei prossimi decenni e lo fa con zero consumo di suolo agricolo e con il recupero e l’incentivo a utilizzare il costruito esistente lavorando nella logica di preservare e tutelare i temi ambientali, portando anche un contributo allo sviluppo delle aree industriali – conclude Barberis -. Prato in circa 50 anni è stata capace di costruire 2 milioni e mezzo di superfici coperte di edifici industriali a servizio dei sistemi distrettuali. Su queste aree c’è una strategia: sono pianificate e collocate bene, servite da assi industriali e connesse alla tangenziale e ai sistemi distrettuali e questi 2,5 milioni di metri quadrati potranno avere un’evoluzione in altezza".

A rivendicare le scelte fatte è anche il sindaco Biffoni. "Prato sarà una città che non consuma suolo ma che crescerà in alto, anche perché non possiamo fermare la capacità produttiva della nostra città – sottolinea -. Attraverso lo sforzo di tutti quanti, compresa l’amministrazione comunale, la nostra città diventerà sempre più verde. Le amministrazioni che si succederanno troveranno un piano operativo e uno strutturale con delle caratteristiche che secondo noi una città moderna deve avere. Una città che prova a pensare a quello che vuole essere tra 50 anni". Interviene anche il presidente della commissione urbanistica Maurizio Calussi che ricorda: "Il piano strutturale stimola la vocazione manifatturiera della città ed è un pilastro per il comparto agroalimentare ponendo vincoli nel territorio rurale. Lo 0,29% di consumo è riservato alla scuola, a un campo da calcio e per avvicinare Prato al macrolotto di Montemurlo".

Stefano De Biase