REDAZIONE PRATO

Il medico che continua a visitare gli anziani "Ma non voglio soldi, sono contento così"

Nel periodo del distanziamento massimo, lui non si sottrae alle visite a domicilio. E quando presenta la ricevuta il costo è zero

Le energie che gli restano al termine di intense giornate trascorse in reparto le dedica agli anziani che hanno bisogno della presenza del medico. Non si tira indietro, perché dopo la prima ondata di coronavirus ha capito, avendolo visto con i suoi occhi, che il distanziamento sociale ha causato non pochi danni alle persone fragili, private della loro routine, fatta di piccoli gesti capaci di scandire le giornate. Vincenzo Santoro, 50 anni, geriatra convenzionato con il servizio sanitario pubblico, ha deciso di fare la sua parte, di "metterci del suo" in questo momento di emergenza che sta mettendo alla prova tutti, specialmente le persone più fragili.

Non si sottrae alle visite libero professionali di casi difficili e quando arriva il momento di presentare la ricevuta il costo è zero. "Una scelta personale, che ho maturato all’arrivo della seconda ondata del Covid. Un mio piccolo contributo all’emergenza", spiega Santoro, calabrese di origine, studi all’università di Pisa, specializzazione a Firenze e ora residente a Torre del Lago. E le famiglie degli assistiti come reagiscono di fronte a un conto a zero euro? "Alcuni rimangono stupiti, c’è chi mi dice che una situazione del genere non gli era mai successa, altri ti abbracciano. Ci sono momenti in cui cambia il rapporto di cura: c’è una persona di fronte ad un’altra persona, non tanto il professionista e l’assistito. Il farsi carico ha una funzione terapeutica, al di là delle medicine. Gli anziani fragili hanno bisogno di sentirsi accuditi". La letteratura scientifica supporta quanto Santoro (che è responsabile della geriatria specialistica convenzionata e referente Aggregazione funzionale territoriale della medicina specialistica convenzionata) sostiene riguardo ai danni cognitivi rilevati sugli anziani fragili e causati dal distanziamento sociale imposto per evitare il dilagare dell’epidemia. "Passata la prima ondata, mi sono promesso di non lasciare più solo nessuno, anche se il numero di visite domiciliari che eseguo da libero professionista è esiguo. Senza troppi eroismi, cerco di fare la mia parte. Credo che in queste situazioni di emergenza collettiva siano importanti anche piccoli segnali, che possono innescare una serie di altri gesti di solidarietà". Sono stati alcuni familiari dei pazienti a segnalare la sensibilità del geriatra, che lavora dal 2003 a Prato ed è in servizio nel dipartimento di riabilitazione dell’Asl Toscana Centro presso Villa Fiorita. "Seguo i pazienti anche con semplici telefonate, faccio televisite, poi quando mi rendo conto che la situazione richiede la presenza fisica, svolgo visite domiciliari. Il peggior male per gli anziani, nel caso in cui fortunatamente non abbiano contratto il virus, è l’isolamento sociale. Gli anziani mostrano danni cognitivi piuttosto importanti a seguito della prima ondata di epidemia, che li ha costretto a rivoluzionare i loro stili di vita. E per loro spezzare le piccole consuetudini quotidiane, come fare due passi per comprare il pane, scambiare chiacchiere con l’amico o ricevere la visita dei figli ha causato peggioramenti importanti. La rottura di certi ritmi provoca, per esempio, l’apatia di chi resta solo in casa davanti alla tv". Non si ritiene un eroe, Vincenzo Santoro, ma è convinto "che in certe situazioni è importante dare il meglio di noi stessi, della nostra professionalità per contribuire al bene comune". La molla che lo spinge a dare collaborazione, donando la propria professionalità? "La restituzione delle cose belle che ho avuto, come la possibilità di realizzare il sogno della mia vita e diventare medico".

Sara Bessi