Il noir che piace. Il film di Querci è una sorpresa

"Non aprite quella bara": continuano le proiezioni in tutta la Toscana dopo il successo dell’anteprima.

Il noir che piace. Il film di Querci è una sorpresa

Il noir che piace. Il film di Querci è una sorpresa

"Non aprite quella bara", primo lungometraggio del regista pratese Matteo Querci, è stato accolto in città con affetto e partecipazione a partire dall’anteprima all’Omnia Center lo scorso 14 marzo, che richiamò oltre mille spettatori. Ora prosegue la sua marcia verso altre città fuori dalla Toscana.

Prato è sempre pronta a tenere a battesimo nuovi talenti del mondo dello spettacolo e anche in questo caso sono molti quelli pratesi: Matteo Querci, Tommaso Santi che ha collaborato alla sceneggiatura, Daniele Botteselle direttore della fotografia, Andrea Benassai, autore delle musiche. Come attore protagonista, al fianco del bolognese Orfeo Orlando, Francesco Ciampi che ha seguito fin dall’inizio il progetto del film.

"Matteo mi portò in questo paesino sperduto sulle montagne vicino a Bagni di Lucca, Lucchio, e da quel momento abbiamo cominciato a fantasticare sulla storia. Infatti ne ho condiviso il soggetto" ricorda Ciampi, da sempre presenza fissa in molti film girati a Prato. "Subito è venuto fuori il personaggio che avrei dovuto interpretare, Alfio Capponi. Personaggio un po’ misterioso, uscito dalla galera dopo cinque anni, molto diverso da quelli che sono abituato ad interpretare. A partire anche dall’aspetto fisico". Storia di due fratelli che hanno un’agenzia di pompe funebri e che si ficcano in un maledetto pasticcio, come vuole la tradizione dei film noir.

"Dopo aver costruito il personaggio sul piano fisico coinvolgendo il reparto trucco e costumi, abbiamo iniziato a studiarlo e costruirlo sul piano psicologico. Alfio Capponi fuma, ha le sigarette contate, deve avere lo sguardo di un certo tipo e camminare in un certo modo. Devo dire che sono molto contento di averlo interpretato perché mi ha dato la possibilità di costruirmi un nuovo biglietto da visita. Il Francesco Ciampi che tutti conoscevano può interpretare anche personaggi diversi. In fondo stiamo facendo il mestiere più bello del mondo e quindi mi sono anche divertito a costruire Alfio Capponi. Ovviamente avevo la responsabilità di farlo al meglio, altrimenti avrei creato grossi disagi al film se il personaggio non fosse stato credibile".

Federico Berti