REDAZIONE PRATO

Pandoro Ferragni, a Prato aperto un fascicolo senza reato e indagati

Le indagini con il modello 45 sono state avviate da Canovai, procuratore facente funzione, dopo l’esposto del Codacons sul caso Balocco-Ferragni

Fedez e Chiara Ferragni

Fedez e Chiara Ferragni

Il caso Ferragni-Balocco è sbarcato anche alla procura di Prato dopo che il Codacons nazionale ha presentato un esposto alle magistrature della Toscana (Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Siena e Firenze) in cui si chiede di aprire indagini sul territorio per la possibile fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori.

Così anche la procura pratese con il procuratore facente funzione Laura Canovai ha aperto to un fascicolo "modello 45", ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati.

"La campagna promozionale invitava ad acquistare un pandoro Balocco-Ferragni e spronava all’acquisto facendo capire che il ricavato della vendita sarebbe andato interamente in beneficenza. Tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro", si legge nella denuncia dell’associazione inviata alle procure locali.

Secondo il Codacons, è "doveroso un intervento da parte delle competenti autorità per accertare ed in caso sanzionare le pratiche commerciali sopra denunciate in quanto, sulla scia dei sentimenti solidaristici ed alla sensibilità verso le cure per poveri bambini bisognosi, sono stati indotti comportamenti commerciali (l’acquisto di un determinato Pandoro limited edition)". Sempre per l’associazione "la modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro limited edition è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero tati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati". Per tali motivi il Codacons ha chiesto alle procure "di voler utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto esposto ed in caso positivo di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità penali e quindi la sussistenza dei presupposti per la contestazione del reato di truffa aggravata".