
Nuova battaglia vinta per i Cobas. Il Panificio Toscano applicherà il contratto nazionale dei panifici industriali. La decisione arriva dopo più di quattro anni di dura vertenza sindacale fatta di scioperi, picchetti davanti agli stabilimenti, mobilitazioni davanti ai supermercati, proteste per rivendicare l’applicazione del contratto per le industrie di panificazione che prevede aumenti di stipendio dai 150 ai 350 euro lordi mensili. Il Panificio Toscano è stata forse la prima vera uscita pubblica della lotta allo sfruttamento targata Cobas, poi il caso della Tintoria Superlativa che si è chiuso con la regolarizzazione di 32 dipendenti, fino ad arrivare allo sciopero contro la Texprint solo per citare i casi più eclatanti.
La decisione dell’azienda anticipa quella del tribunale. La battaglia e le rivendicazioni sindacali, diventate simbolo, avevano già incassato il riconoscimento delle ragioni dei lavoratori con due verbali dell’Ispettorato territoriale del lavoro arrivate a settembre e a dicembre 2019. L’azienda aveva deciso all’epoca di ignorare le indicazioni dello stesso Ispettorato e la battaglia si era quindi spostata nelle aule del tribunale del lavoro di Firenze con ricorsi presentati dai lavoratori per rivendicare l’applicazione del corretto contratto, giusti livelli d’inquadramento e gli arretrati dovuti. Non c’è stato bisogno di proseguire: il Panificio Toscano ha comunicato che procederà all’applicazione del contratto nazionale previsto per panifici industriali.
"Si tratta di una realtà con più di cento dipendenti e due stabilimenti industriali quotidianamente impegnati a produrre e rifornire i supermercati della grande distribuzione anche fuori regione, questa azienda è decisamente molto distante dal forno collegato al negozio di vendita al pubblico a cui il contratto nazionale per gli artigiani si riferisce, un contratto che non può essere applicato ai lavoratori del Panificio Toscano", commentano Sarah Caudiero e Luca Toscano dei Cobas.
"Si tratta di un’altra importantissima vittoria del sindacato che fa seguito all’assunzione diretta di tutti i lavoratori delle cooperative precedentemente in appalto – sottolineano – Per richiedere il riconoscimento del giusto contratto in questi anni ci sono svolti più di 20 scioperi – di cui quello durato 14 giorni nel luglio 2019 – decine di presidi ed iniziative di lotta, volantinaggi davanti ai supermercati e più di cinquanta richieste di misure cautelari - tutte respinte dal Gip - per trentotto persone accusate di aver scioperato, ma siamo fieri del risultato. Quando i diritti degli operai vengono riconosciuti vale tutto ciò che è stato fatto".
Silvia Bini