Era stata buttata lì anche una data, l’8 settembre 2023 (la festa della città). Ma alla fine è rimasta un sogno. Galceti, 14 ettari di parco incastonati nel Monteferrato – come nel cuore e la memoria delle famiglie pratesi – è ancora chiuso. Dietro il cancello si continua a lavorare al recupero della fauna, e qualche scolaresca può concedersi una visita al parco, ma limitata ad alcune aree, senza alcuna interazione con gli animali. L’ostacolo principale alla riapertura è questo: l’area per le visite e quelle per il recupero della fauna selvatica devono essere ben distinte. Il parco va ripensato in questo modo. Ma riavvolgiamo il nastro. Prima le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex storico direttore, Gilberto Tozzi, fondatore del centro di Galceti, poi la tempesta che nel 2015 ha devastato la vegetazione, e infine la pandemia, con le restrizioni che si è portata dietro. Il parco ha chiuso al pubblico (era il 2020) e da allora non ha mai riaperto. Anche perché almeno due ostacoli si sono messi sulla strada: prima il riconoscimento di Galceti come "santuario faunistico" e poi le normative e i regolamenti vigenti secondo cui è necessaria la separazione tra fauna da reintrodurre in natura e quella che non può essere reintrodotta. Nel ’Galceti del futuro’ ci sarà, poi, una separazione netta tra gli spazi del recupero fauna e quelli dedicati al pubblico. Quando riaprirà, il parco sarà diverso da quello che le famiglie pratesi custodiscono nella memoria. Ma L’obiettivo di restituire alla città questo scrigno di verde e natura c’è.
Lo conferma l’assessore comunale alla transizione ecologica Marco Biagioni che nei giorni scorsi ha incontrato i dirigenti del Parsec per fare il punto sul Centro di scienze naturali. "Intanto una premessa – spiega l’assessore – Noi nel documento unico di programmazione abbiamo inserito sul quinquennio la valorizzazione e riapertura del parco. Ci immaginiamo un percorso che inizi quest’anno". Primo step? "Affideremo l’incarico, in collaborazione con la Fondazione Parsec che gestisce Galceti, per la creazione di un masterplan legato al Parco e alla sua riapertura. Siamo in questa fase di studio". Il masterplan comprenderà due parti, spiega Biagioni: una legata al parco, per riabilitarlo, definire bene i sentieri e la cartellonistica. L’altra legata alle sedi del Parsec, e ci sono tante ipotesi al vaglio. Ora gli spazi sono nell’ex convento, ma non è adeguato. L’idea è trovarne altri. C’è villa Fiorelli lì accanto, ma ha tante altre funzioni, può essere un punto d’appoggio. Conferma, Biagioni, che il nuovo Galceti dovrà avere accessi e percorsi separati per recupero fauna e visitatori. "La priorità oggi è trovare soluzioni temporanee per garantire almeno percorsi didattici. Per tornare a fare entrare il pubblico servirà un po’ di tempo". E i soldi? "Quando si è fatta la commissione sul Parsec avevo detto che alla prima variazione utile, e sarà probabilmente a marzo, metteremo soldi per Galceti". ll Centro di scienze naturali ha bisogno di tutta una serie di interventi di restyling, anche se in questi anni di chiusura la Fondazione Parsec (che gestisce il Centro dal 2015) ha lavorato costantemente: un lavoro enorme di pulitura e sistemazione. Staccionate da rimettere in sesto, il laghetto nel quale erano rimasti appena 10 centimetri d’acqua da riportare a ben altro aspetto, e poi i lavori sulle recinzioni e le voliere. Eppure c’è ancora molto da fare: la stima dei lavori necessari nel 2023 superava i 600mila euro.
"Sindaca, assessori e dirigenti sono davvero determinati a riaprire il Parco al più presto e ci hanno chiesto di impegnarci al massimo per raggiungere questo obiettivo", dice il direttore della Fondazione Parsec, Marco Morelli. Tra gli obiettivi, quello di realizzare una zona per i daini e cervi: "Quelli che avevamo sono stati mangiati dai lupi, entrati attraverso corridoi ecologici – spiega – Creeremo zone più piccole dove proteggere gli esemplari che non possono essere reintrodotti in natura". E poi l’allestimento di un piccolo villaggio preistorico e la valorizzazione di una galleria mineraria.
Maristella Carbonin