Il Pd con il patto di Paperino ha tracciato la linea verso il 2025. Segretario Marco Biagioni, un accordo che vorrebbe porre il Pd pratese al centro della scena del centrosinistra toscano.
"Prato può dare molto alla Toscana, non solo al centrosinistra. Vogliamo portare a Firenze, con umiltà e determinazione, quelle che sono le competenze e le idee di un territorio che vive oggi una realtà che il resto del Paese vedrà tra 20 o 30 anni. È una ricchezza immensa. L’unico patto che vogliamo fare è quello che tiene insieme lavoratori, imprese, terzo settore e società civile. E il Pd può essere il motore trainante di questo percorso".
Col patto avete anche recuperato Biffoni in un ruolo significativo. E tutti insieme a sostenere la sindaca Bugetti.
"Matteo non lo abbiamo mai perso ed è stato determinante nella vittoria al primo turno. Le discussioni al nostro interno, viste da fuori, sembrano sempre delle rese dei conti, ma non è così. Il Pd è la principale infrastruttura politica del nostro Paese. Un partito presente sui territori, dove si discute e ci si confronta anche animatamente, ma dove poi si trova sempre una sintesi. Si chiama democrazia. E tutti noi, quando dobbiamo lavorare per Prato, abbiamo la straordinaria capacità di unirci. Perché Prato viene prima di tutto".
A proposito dell’ex sindaco, per lui il Pd pensa alla Regione. Con quale prospettiva?
"Il metodo delle amministrative lo vogliamo adottare anche alle regionali. Partiamo prima dai temi e dai territori, dall’ascolto e dal confronto. Per questo ho proposto che fosse Matteo a guidare il lavoro sul programma. Chi meglio di lui può fare questo lavoro? Accanto a Biffoni ci sono almeno due giovani generazioni che possono dare un contributo decisivo in vista delle regionali. C’è una sola una regola: va avanti chi si mette a disposizione della propria comunità politica e la accompagna, non chi si muove da solo. Matteo sta dimostrando questo".
Due rappresentanti dei territori in segreteria, è il segnale di attenzione a tutta la provincia?
"Saranno più di due. Stiamo aspettando la conclusione dei congressi Pd dei circoli della vallata per integrare la segreteria e dare ancora più forza alla rappresentanza territoriale. E avranno deleghe di peso, dal trasporto pubblico alle politiche per le aree interne. Il contributo della Valbisenzio, di Montemurlo e dei circoli dei Comuni medicei sarà determinante".
A chi diceva che non c’era dialogo dopo il voto con la base come rispondete?
"Contano i fatti, non le parole. Nelle ultime due assemblee ci sono stati voti all’unanimità. E l’assemblea, composta da 220 membri, rappresenta la base e i circoli. Il Pd di Prato è un partito sano, con duemila iscritti. In queste settimane ci sono decine di persone che stanno aderendo ai tavoli tematici, c’è fermento e i circoli si stanno organizzando per tante iniziative. Le critiche sono sempre da accogliere e rappresentano uno stimolo necessario".
Continuano sotto traccia le critiche al suo doppio ruolo di segretario e assessore. Dopo oltre quattro mesi dal varo della giunta che pensa della sua funzione? Un segretario multitasking o un assessore politico?
"Fino a giugno ero dipendente di un supermercato, consigliere comunale e segretario del Pd. Avevo un triplo ruolo, se così si può dire. Oggi abbiamo costruito una nuova segreteria che tiene insieme competenze, territori e sensibilità diverse perché vogliamo che il Pd sia motore del cambiamento e della trasformazione. Il mio ruolo è vincolato a questo disegno. Le stagioni del leaderismo sono finite, qui a Prato c’è un partito con un gruppo dirigente validissimo, spesso giovane, che sta crescendo e si sta assumendo delle responsabilità importanti. Il mio unico impegno è portare questa comunità alle regionali e quindi al congresso, dando continuità a un progetto politico che è vincente e inclusivo".
Campo largo alla pratese, vincente ma adesso gli alleati tirano fuori i temi più scottanti a partire dalla multiutility e dall’acqua pubblica. Tutto a posto con 5Stelle e Sinistra?
"Prato ha anticipato quello che è sotto gli occhi di tutti ovvero che è necessario costruire uno schieramento progressista alternativo alla destra. E per farlo occorre dare una prospettiva ideale e concreta alle nostre elettrici e ai nostri elettori. Sinistra e 5Stelle sono uno stimolo importante che ci impone di fare una riflessione e trovare soluzioni comuni. Non c’è solo la multiutility, ci sono il lavoro, l’ambiente, le politiche sociali, la difesa della Costituzione. Sono più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono. E a Prato abbiamo messo in campo un programma coraggioso e innovativo. Se non ci fosse dibattito, se fossimo tutti allineati, non ci sarebbe mai un avanzamento".
C’è poi il tema dello sfruttamento e del lavoro.
"All’indomani dei fatti di Seano ho convocato a Carmignano l’assemblea del Pd. Poi, anche grazie al lavoro di Marco Furfaro, abbiamo coinvolto Chiara Gribaudo che è presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, commissione che nei giorni scorsi è stata in città. Nelle prossime settimane Walter Verini, capogruppo Pd in antimafia, sarà a Prato. Il tema del lavoro, dei diritti e della lotta allo sfruttamento è per noi centrale. Qualche giorno fa abbiamo incontrato i lavoratori metalmeccanici, è stata la prima iniziativa della nuova segreteria. Questa è la rotta che vogliamo seguire".
E a livello di soluzioni cosa proponete?
"Il mondo sindacale e imprenditoriale del nostro territorio è pronto a farsi carico delle soluzioni. E la politica ha la responsabilità di guidare questo percorso. Ci sono le condizioni per aprire una nuova stagione, per ripensare lo sviluppo del distretto, le aggregazioni tra imprese, gli strumenti per eradicare lo sfruttamento. Su questo a breve presenteremo degli atti che vanno in questa direzione, dall’emersione al sostegno dei percorsi di autonomia lavorativa e abitativa dei lavoratori. Far uscire dalla ricattabilità chi è sfruttato è il modo migliore di tracciare una linea profonda e difendere la parte sana del distretto, che è maggioritaria. Sbaglia chi tenta di dipingere Prato come la capitale dello sfruttamento, del lavoro nero, dell’illegalità. Poi c’è bisogno di una più forte presenza dello Stato".
Luigi Caroppo