Il Pecci si tinge di rosa e fa il bis. Protagoniste dodici artiste toscane

Oggi doppia inaugurazione: la collettiva "Colorescenze" e la mostra della scultrice cinese Yu Ji. I curatori: "Abbiamo voluto raccontare come si declina l’essere donna attraverso una pluralità di voci".

Il Pecci si tinge di rosa e fa il bis. Protagoniste dodici artiste toscane

Il Pecci si tinge di rosa e fa il bis. Protagoniste dodici artiste toscane

Provate a chiudere gli occhi, a immaginare l’opera di un’artista famosa. Al massimo, verranno in mente Artemisia Gentileschi o Frida Kahlo. Più che l’altra metà del cielo, è il riscatto dell’altra metà dell’arte. Che è contemporanea e ha radici salde in Toscana. A celebrarla è la nuova esposizione al Centro Pecci, curata da Stefano Collicelli Cagol ed Elena Magini, visitabile fino al 13 ottobre (oggi l’inaugurazione a partire dalle 18). Ha un titolo – ispirato da un collage dell’artista Lucia Marcucci - che sembra un neologismo ma sa di filosofico e scientifico nelle sue tante valenze di significato: rimanda al colore, alla scienza e alla conoscenza. Ma oggi s’inaugura anche un’altra mostra, quella della scultrice Yu Ji che con "Hide me in your belly" presenta la prima personale in Italia, frutto di una residenza di due mesi a Prato con il proprio bambino.

Visitando "Colorescenze. Artiste, Toscana, Futuro" si assapora il meglio della creatività contemporanea declinata al femminile. Ironia della sorte, questa collettiva che riunisce 12 artiste arriva in un momento storico che vede tante donne al vertice, inclusa la neosindaca di Prato Ilaria Bugetti. Che ieri si è soffermata proprio su questo particolare, parlando di "mostra profetica". Poi, la promessa di un occhio di riguardo per il Pecci con il rilancio di un nuovo corso. "Che sia antenna su tutto il territorio per attrarre bellezza. Vorrei che il Pecci entrasse nelle vene della città, che ogni cittadino lo senta come proprio e che gli voglia bene: questo è quello che idealmente proverò a fare". In "Colorescenze", alcune artiste sono toscane d’origine, altre d’adozione: Francesca Banchelli, Chiara Bettazzi, Chiara Camoni, Giulia Cenci, Isabella Costabile, Daniela De Lorenzo, Helena Hladilovà, Christiane Löhr, Lucia Marcucci, Margherita Moscardini, Moira Ricci, Sandra Tomboloni.

Qual è il denominatore comune? Lo spiega bene la cocuratrice Elena Magini. "Abbiamo voluto raccontare come si declina l’essere donna attraverso una pluralità di voci. L’ispirazione è il pensiero ecofemminista ma non necessariamente le opere si richiamano al femminismo o all’ecologismo". E quindi largo al recupero e al riassemblaggio di materiali e saperi in un’epoca di riscaldamento globale e disastri idrogeologici.

Fra le prime installazioni che ci accolgono, "L’inizio e la fine" di Francesca Banchelli, un quadro e un tappeto di cenere su cui sono disposte sculture vivaci in dialogo con il richiamo all’acqua come elemento primordiale. C’è anche un pizzico di ‘pratesità’ con l’installazione di Chiara Bettazzi incentrata sul recupero di spazi post-industriali trasformati in orti urbani. "Abbiamo intercettato artiste femminili in un momento storico in cui è forte la spinta ad un ribilanciamento di genere anche in campo artistico", sottolinea il direttore Collicelli Cagol. La creatività in Toscana, tutta al femminile, è elogiata anche dalla capo di gabinetto della Regione Cristina Manetti: "Mi piace pensare a questa mostra come a un manifesto di diritti perché siamo donne in cammino per i nostri diritti". Del resto, dopo Alfredo Volpi "Colorescenze" s’inserisce nel nuovo corso del Pecci che nel 2024 ha deciso di valorizzare l’arte nella nostra regione, per la gioia del socio sostenitore (la Regione Toscana). "Compito di un centro internazionale - osserva il presidente Lorenzo Bini Smaghi – è valorizzare le realtà nascoste sul territorio". Ma nella città con una delle comunità cinesi più grande d’Europa arriva un’artista di Shanghai lanciata nel panorama internazionale con la Biennale di Venezia nel 2019: attraverso installazioni e performance video, Yu Ji indaga il concetto di tempo interpretando la curva dell’ala piccola Nio come l’interno a spirale di una conchiglia o di una chiocciola, a offrire riparo a chi la abita. La mostra è visitabile fino all’8 settembre.

Maria Lardara