di Lucia Bigozzi
"Un’operazione più sociale ed etica, che econonomica". Maurizio Bellandi va al sodo da imprenditore che guarda all’essenza, eppure quando si tratta di Panno del Casentino non indugia a rivelare che l’acquisizione dello stabilimento di Soci "mi riempie di orgoglio, sperando che sia l’inizio di un nuovo corso". La firma, nero su bianco, Bellandi al timone dell’omonimo gruppo laniero, l’ha messa ieri pomeriggio a Firenze nello studio notarile Calosi di piazza Indipendenza, nell’incontro fissato con i commissari liquidatori della Manifattura del Casentino. Sulla testa dell’azienda pende la procedura dei licenziamenti collettivi per i 18 dipendenti (un centinaio nell’indotto) e la chiusura della fabbrica-comunità dove si produce il Panno in lana color becco d’oca. Ora, con l’acquisizione dell’immobile quel pericolo è scongiurato. Il Gruppo laniero pratese, dunque è il nuovo proprietario della fabbrica dove vengono cardate e tinte le pezze di un tessuto molto particolare ottenuto grazie anche alle caratteristiche dell’acqua del fiume Archiano che arriva in azienda dalle montagne casentinesi con un sistema di condutture diretto. "E’ uno dei nostri punti di forza: quest’acqua consente di fissare i colori e renderli brillanti", spiega Roberto Malossi, amministratore unico dello stabilimento casentinese che non nasconde l’emozione di una nuova ripartenza.
"E’ un’operazione uscita dal cuore e con la consapevolezza di salvaguardare una lavorazione per noi molto preziosa" osserva Bellandi che oggi sarà a Soci, tra le pezze di Panno, i macchinari che girano a pieno ritmo e gli operai che restano al loro posto. Parteciperà alla riunione del tavolo tecnico aperto dalla Regione Toscana per seguire la vertenza e guidato da Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani sulle crisi aziendali. Due mesi di lavoro per salvare occupazione e prodotto con una storia identitaria per la vallata aretina e non solo, richiesto dai mercati internazionali e scelto perfino da Re Carlo III di Inghilterra per un cappotto color becco d’oca. Sarà proprio Bellandi, da molto tempo principale cliente dello stabilimento casentinese, a fornire le pezze di Panno per il capo di abbigliamento che sarà poi confezionato da un’azienda inglese che lavora con la Casa Reale.
"I media hanno dato risalto a questo aspetto ma non c’è niente da dire. Non lo gestiamo direttamente, ma certo, da imprenditore ci fa onore essere fornitore del tessuto che poi verrà confezionato e indossato dal sovrano inglese". Bellandi è concentrato sul nuovo corso della fabbrica di Soci "Attendiamo notizie da parte della Regione per capire quali saranno i passi successivi per far sì che l’azienda possa andare avanti nel lungo termine". La gestione dell’attività produttiva resta nelle mani dell’attuale amministratore unico "e tutto quello che possiamo fare per sostenere questo opificio, adesso lo faremo ancora più motivati", chiosa Bellandi.