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Il progetto metrotram: "Mobilità rivoluzionata con il percorso urbano". Tre anni per i lavori

Il presidente della Toscana Giani analizza i benefici del piano che sarà presentato a fine ottobre al ministero per la selezione. Dalla stazione centrale a viale della Repubblica e poi a villa Montalvo.

La linea tramviaria fiorentina è un riferimento per il progetto pratese

La linea tramviaria fiorentina è un riferimento per il progetto pratese

di Luigi Caroppo

PRATO

Il metrotram di Prato corre alla conquista del tesoro che il ministero delle Infrastrutture metterà a disposizione con un bando ad hoc. La data segnata in rosso è il 31 ottobre. La Regione Toscana presenterà a Roma il progetto per la rivoluzione della circolazione pratese insieme all’allungamento della linea tram già esistente che da Careggi porta all’ospedale pediatrico Meyer.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani ci crede tanto da aver voluto trasformare l’iniziale progetto di metrotram Pecci-Peretola in un piano molto più ampio e articolato che coinvolge Prato, Campi Bisenzio, Osmannoro e Peretola.

"Bisogna pensare diversamente - dice il governatore - con una visione più ampia e di sistema per la Toscana centrale. Firenze, la sua area metropolitana, Prato e i grandi Comuni della Piana rappresentano un territorio da quinta metropoli d’Italia per importanza e numero di residenti".

Presidente Giani, tra poche settimane la Regione Toscana presenta la richiesta di finanziamento per il metrotram di Prato. Confida che il ministero possa individuare le risorse necessarie pari a 450 milioni per il primo lotto?

"Il bando iniziale è a finanziamento zero perché sarà effettuata una selezione sui progetti presentati. Confido che la potenzialità di efficienza che sta nel progetto pratese sia riconosciuta e premiata".

Il progetto, da collegamento Peretola/Pecci, si è ampliato definendo un percorso urbano tranviario per la città di Prato. Perché?

"Abbiamo fatto verifiche attente sui progetti e con gli uffici regionali siamo arrivati alla conclusione che il patrimonio investibile era adeguato ad una efficienza di sistema se il progetto era più ampio e non solo limitato a un collegamento tra l’aeroporto e il museo Pecci".

E così siete arrivati al piano di fattibilità elaborato dalla direzione trasporti della Regione Toscana. Dalla stazione centrale verso viale della Repubblica e il centro Pecci, entrando poi sulla direttrice che porta a Campi Bisenzio. Poco più di 9 chilometri per un costo di circa 450milioni di euro.

"Da una parte si viene incontro ai problemi di traffico di Prato, dall’altra si mette in atto un collegamento con la Piana e si arriva alle porte di Firenze. Si tratta di dare forma al modello di sviluppo Fi-Po, Firenze e Prato, Prato e Firenze , due città che devono essere sempre più in sinergia per essere competitive insieme".

Nel dettaglio il tram pratese che percorso avrebbe? La testa sarebbe nell’area della stazione centrale?

"Il capolinea sarebbe alla stazione centrale, attraverserebbe poi il Bisenzio e poi troverebbe nel viale della Repubblica la sua direttrice principale con fermata al Pecci prima di indirizzarsi verso villa Moltalvo a Campi. Lì incontrerebbe, a poche centinaia di metri, anche la linea tram Firenze-Campi".

Il modello di riferimento è il tram di Firenze?

"Pensiamo ad un sistema ibrido: tramvia dentro Prato e metrotram fuori Prato verso Campi. La tecnologia ci permette adesso di avere un sitema di trasporti duttile per esigenze e velocità diverse. Il secondo lotto metterebe in collegamento Campi con l’Osmannoro e finirebbe a Peretola".

Senza correre troppo con le speranze che anche il secondo lotto possa trovare le risorse necessarie, quali potrebbero essere i tempi di realizzazione del primo?

"Tre anni dall’aggiudicazione dei lavori. Per me e la Regione il piano pratese è una priorità vera e propria e ci batteremo per ciò".

Un progetto da condividere pienamente con il Comune di Prato come ha annunciato. Tra breve quindi l’incontro con la sindaca Bugetti?

"I tecnici di Regione e Comune si stanno parlando e confrontando da tempo. Credo si tratti di un progetto rivoluzionario per modernizzare ulteriormente Prato, per affrontare la questione di una mobilità rispettosa dell’ambiente, per alleggerire anche le direttrici viarie cittadine ed extra urbane e per pensare le nostre città collegate in progetti di cui tutti possono beneficiare".