Prato, 13 dicembre 2024 – «L'istituzione della Dda a Prato? Pensiamo sia una proposta sensata, così come auspichiamo e richiederemo una sua audizione al più presto e l'arrivo della commissione parlamentare nazionale antimafia in città». Lo ha dichiarato
Marco Furfaro, deputato del Partito Democratico, a margine dell'incontro di avvenuto presso la sede del partito in via Carraia. A lanciare l'allarme nelle scorse settimane
era stato il procuratore capo Luca Tescaroli, ponendo l'accento su un tema dibattuto anche in Parlamento a seguito dell'interrogazione presentata dalla deputata di Fratelli
d'Italia Chiara La Porta ed Alberto Michelotti. Se Gratteri aveva giudicato sufficiente la presenza della Dda di Firenze per approfondire le zone di illegalità del distretto
pratese, Furfaro rilancia invece il pensiero del procuratore. Insieme al parlamentare «dem» di Agliana e al segretario provinciale Marco Biagioni, oggi in città c'era
anche Walter Verini, senatore «dem» e membro della commissione parlamentare antimafia. Quest'ultimo ha affrontato in una serie di incontri con le istituzioni politiche e le organizzazioni sindacali del territorio il tema dello sfruttamento lavorativo tornato d'attualità alla
luce delle manifestazioni delle ultime settimane. Ha avuto modo di confrontarsi anche con il procuratore Tescaroli e con la sindaca Ilaria Bugetti. «Incontri che mi hanno
certamente confermato come Prato sia una realtà importante a livello produttivo, sociale e istituzionale – ha commentato il senatore – ma che al tempo stesso sia un contesto che
denuncia una penetrazione di metodi mafiosi. Tra la criminalità organizzata italiana, come la 'ndrangheta, e le mafie legate a provenienze cinesi e albanesi. Per quel che ci riguarda, non basta una visita: noi chiederemo di rifissare l’audizione del procuratore Tescaroli a Roma e
proporremo che la commissione nazionale antimafia venga in missione a Prato, come abbiamo fatto in altre realtà del Paese». Verini e il Pd chiederanno inoltre maggiori tutele per i collaboratori di giustizia. «Chi denuncia il malaffare deve essere protetto – ha concluso - ci sono misure di
questo tipo sulla legge anti-caporalato, ma dobbiamo rafforzare questo strumento».
Giovanni Fiorentino