REDAZIONE PRATO

Il settimo angelo ritrovato: "Simbolo di speranza". La ditta pratese dal Papa

Il mosaico ritrovato nel 2016 dalla Piacenti durante il restauro della basilica della Natività a Betlemme. Le parole di Bergoglio e l’invito in Vaticano.

La delegazione della Piacenti ricevuta dal papa dopo la scoperta del settimo angelo nella basilica di Betlemme

La delegazione della Piacenti ricevuta dal papa dopo la scoperta del settimo angelo nella basilica di Betlemme

La luce sa farsi forza, sa uscire, pulsa e vive anche sotto le incrostazioni, la durezza, l’ombra. Era il 2016 quando i restauratori della Piacenti Spa, la ditta pratese che ha riportato all’antico splendore la Basilica della Natività a Betlemme, fecero una scoperta che ha fatto poi il giro del mondo: c’era un settimo angelo, sotto una ‘coperta’ di stucco. Nascosto al mondo, è tornato a spiegare le sue ali e a guardarci dalla fissità dorata di un cielo eterno. Un piccolo miracolo avvenuto là, dove avvenne il miracolo più grande di tutti per la cristianità.

Anche papa Francesco fu colpito dal ritrovamento artistico. "Mi è stato riferito – osservò il Pontefice durante un’udienza del 16 giugno 2016 con i partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali (Roaco) – che proprio nel corso dei restauri a Betlemme, su una parete della navata, è venuto alla luce un settimo angelo in mosaico che, insieme agli altri sei, forma una sorta di processione verso il luogo che commemora il mistero della nascita del Verbo fatto carne. Questo fatto ci fa pensare che anche il volto delle nostre comunità ecclesiali può essere coperto da ‘incrostazioni’ dovute ai diversi problemi e ai peccati. Eppure la vostra opera – continuava la riflessione del pontefice – deve essere sempre guidata dalla certezza che sotto le incrostazioni materiali e morali, anche sotto le lacrime e il sangue provocate dalla guerra, dalla violenza e dalla persecuzione, sotto questo strato che sembra impenetrabile c’è un volto luminoso come quello dell’angelo del mosaico". Queste le parole di papa Francesco che vestì simbolicamente di altro quel preciso ritrovamento: la speranza può essere nascosta, ma ‘lavorando bene’ è possibile ritrovarla.

Il settimo angelo fu riportato alla luce dallo staff dell’impresa pratese Piacenti tra la quinta e la sesta finestra della navata nord della basilica. Fu la pratese Silvia Starinieri, ispezionando le pareti con la termocamera, a intuire che c’era dell’altro, dietro il grigio del muro: lo strumento trasmise infatti una luce blu, il segnale che lì dietro c’era un materiale freddo. "Quando iniziarono a spuntare i primi tasselli di mosaico – ricorda Giammarco Piacenti, amministratore delegato della ditta di restauro – fu un ‘wow’ generale". La notizia finì su oltre mille quotidiani di tutto il mondo.

Tutti i mosaici parietali della basilica della Natività risalgono alle crociate (furono commissionate dal re crociato di Gerusalemme Amalrico I d’Angiò), ma sono stati eseguiti da mosaicisti che si sono ispirati alla tradizione bizantina. E le opere hanno una meravigliosa particolarità: nelle aureole degli angeli le tessere sono inclinate verso la luce. C’è un motivo: devono attirare l’attenzione dei pellegrini, perché gli angeli sono gli indicatori della direzione della grotta,

"Nel 2014, all’incirca due anni prima del ritrovamento del settimo angelo – ricorda Piacenti – papa Francesco venne nella basilica di Betlemme a vedere i lavori. In quell’occasione gli donammo una teca che conteneva un pezzo di trave, una pietra e alcuni chiodi del tetto. Ricordo che si riposò dopo pranzo all’hotel Casanova, quello dei francescani. Si riposò per modo dire: lo trovarono in cucina a ridere e parlare con i cuochi palestinesi. Lui era così. Era il papa del dialogo".

Nel 2016 la scoperta dell’angelo e qualche mese dopo, ricorda Piacenti, "ci arrivò l’invito di presentarci all’udienza del mercoledì". In quell’occasione la delegazione della ditta Piacenti, arrivata in Vaticano con una delegazione della Custodia di Terra Santa, omaggiò il Papa di una riproduzione a figura intera e su scala ridotta dell’angelo ritrovato e di un libro che raccoglieva anche tutte le frasi dei pellegrini che erano stati alla basilica della Natività.

Maristella Carbonin