Una delegazione di dipendenti della Acca di Seano con il sindacato Si Cobas oggi sarà ricevuta in Comune a Carmignano dal sindaco Edoardo Prestanti. L’amministrazione vuole ascoltare dalla voce diretta dei lavoratori e dei sindacalisti cosa succede nelle filiali della Acca e quali prospettive ci sono per il miglioramento delle condizioni lavorative. Il presidio dei Si Cobas di mercoledì sera in via Copernico è stato sospeso nella speranza di veder applicato al più presto per tutti l’accordo già siglato nella primavera scorsa e che prevede la giornata lavorativa di 8 ore per 5 giorni la settimana. Il sindacato, intanto, nel confronto con l’azienda è riuscito ad ottenere l’aspettativa retribuita per i lavoratori che non si trovano nelle condizioni di sicurezza per raggiungere il posto di lavoro. Quattro violente aggressioni ai magazzinieri e autisti iscritti al sindacato sono troppe ed il limite è stato superato. Gli iscritti al sindacato sono una quindicina e per loro con l’accordo siglato c’è stata una vera e propria regolarizzazione della posizione. La Acca srl è di proprietà di imprenditori cinesi che hanno rilevato il terminal della Warehouse & Logistics dove ancor prima c’era lo storico corriere Cecchi e il 100% dei dipendenti è di nazionalità straniera (cinesi, pakistani, bengalesi, nordafricani). L’orario di lavoro raggiunge anche le 12 ore al giorno e dai magazzini Acca partono per i mercati europei i capi di abbigliamento prodotti nel distretto. La protesta con il picchetto dei sindacati va avanti da aprile e riguarda anche la filiale di Prato nel Macrolotto 2 e quella di Osmannoro. Si Cobas ha denunciato tutti gli agguati e le intimidazioni ricevute dai delegati sindacali ma ora chiedono anche una presa di posizione alle istituzioni: "Non sorprende che chi si ribella diventa bersaglio di bande criminali di efferata violenza davanti agli occhi di tutti, nel silenzio complice ed assordante di chi governa questo territorio – dice Luca Toscano - e il distretto pratese ormai è un far west, è uno scandalo nazionale. Il distretto pratese è ostaggio delle mafie. Bisogna dirlo. Bisogna ripeterlo. Bisogna assumersi la responsabilità di fare qualcosa per cambiarlo. I lavoratori ci stanno provando, rivendicando diritti e legalità dove diritti e legalità non erano mai esistiti. Per questo stanno finendo all’ospedale".
M.S.Q.