Anno nuovo, problemi identici al 2024 con la crisi del settore moda e tessile e con la spada di Damocle sulle teste di migliaia di lavoratori che vedono sempre più in bilico il proprio futuro. Il primo banco di prova il Pitti uomo alla Fortezza da basso a Firenze. Sebbene gli espositori siano numerosi e sebbene ci sia un buon fermento già dalle prime ore della kermesse fiorentina con le collezioni uomo per la stagione autunno/inverno 2025, non si respira la medesima aria nei macrolotto pratesi e nelle aree produttive della moda della Toscana.
La conferma della proroga della cassa integrazione per i lavoratori della moda fino alla fine del mese di gennaio, annunciata dal ministro delle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto in video collegamento alla cerimonia di apertura dei Pitti uomo, non è sufficiente a far tirare un sospiro di sollievo. Anzi, diventa l’occasione per Fabio Franchi, segretario generale di Cisl Firenze-Prato, per ricordare con determinazione “come le istanze sindacali presentate a novembre scorso in occasione dello sciopero del distretto di Firenze e della manifestazione a carattere regionale che si è svolta nel capoluogo toscano attendono ancora gambe e risposte”.
Se dunque da una parte, “apprezziamo che sia stata prorogata la cassa integrazione” dall’altra “tutti quanti ci rendiamo conto di quanto sia ancora insufficiente. Oppure si deve pensare che finirà magicamente al 31 gennaio il problema del distretto moda. Comunque si rende necessario che i tre tavoli quello a Confindustria, in Regione e al Governo siano di fatto presidiati con delle risposte. Siamo di fronte ad una crisi che non dà segnali di interruzione e molto probabilmente andrà a ridisegnare il modello produttivo del settore moda a partire dalle grandi griffe sul territorio. Su questo c’è bisogno che quei soggetti che noi abbiamo sollecitato durante la manifestazione siano quanto più proattivi nel dare le risposte alle domande che noi abbiamo posto”.
Per Franchi la situazione non si è modificata e siamo sempre al punto di novembre. “Allora Antonella Mansi nel suo intervento ha ribadito il tema che noi poniamo -sottolinea Franchi - questa deve tornare ad essere una terra di sviluppo, perciò il distretto moda deve continuamente trovare in questa città, in questa realtà motori paralleli che gli consentono di rimanere e di sviluppare. Sicuramente è un elemento sul quale poniamo molta attenzione”.
Una questione, quella della crisi del settore moda e del mercato del lavoro, che ha fatto lanciare alla vigilia di Natale un appello accorato da parte del segretario generale della Camera del Lavoro di Prato, Lorenzo Pancini che ha chiesto “un sussulto da parte di tutta la comunità per affrontare la quarta crisi pesante che si abbatte sul distretto“. Al momento, purtroppo, non ci sono novità e neppure segnali di un quadro mutato nell’ultimo mese.