
Le ombre delle nuove regole Ue sul distretto: Prato si prepara alla battaglia
C’era una volta il pantalone consumato che usciva dall’armadio e finiva nel bidone della differenziata. Sembra impossibile ma un giorno non troppo lontano il destino di quel capo usato potrebbe diventare un pensiero in più anche per i lanifici, se mai Bruxelles dovesse mettere i bastoni fra le ruote. In che modo? Scrivendo la nuova normativa dell’Epr che, tradotto dall’inglese, sta per responsabilità allargata al produttore. Per scongiurarlo, e per fare in modo che tale responsabilità venga estesa anche al momento della messa sul mercato del prodotto finito, arriva un appello dritto e chiaro per gli europarlamentari eletti nella circoscrizione centro dal tavolo del distretto riunitosi ieri mattina al Prisma di via Galcianese. Nell’agenda della sindaca Ilaria Bugetti e dell’assessora alle attività produttive Benedetta Squittieri sono già segnati i prossimi appuntamenti: una serie di call telefoniche con gli eletti a Bruxelles in vista della fiera europea sull’economia circolare dove volerà il tavolo del distretto, il 4 e 5 giugno, con uno stand proprio. Prato dunque chiama Bruxelles con un’azione di lobby incisiva sul tessile, ben sapendo che sarà una lotta un po’ come Davide contro Golia. Guai però a non alzare la voce anche perché il tema della responsabilità in capo al produttore andrà a ricadere poi sulle norme comunitarie del ciclo ‘end of waste’ (sul quale al momento manca un decreto nazionale), ovvero quando un rifiuto smette di essere tale perché sottoposto a un processo di recupero. In pratica, occorre che a Bruxelles si legiferi tenendo conto delle peculiarità dei distretti tessili - in cui Prato fa la parte del leone insieme a Biella – già provati da rincari di bollette e cali di lavoro. Istituzioni e categorie economiche a braccetto dunque per portare a casa un risultato cruciale.
"Vogliamo incontrare tutti gli europarlamentari eletti nella circoscrizione centro e tutti coloro che fanno parte delle commissioni afferenti su questi temi – fa sapere la sindaca Bugetti - Il nostro è un appello trasversale, senza colori politici. Crediamo sia importante far comprendere a tutto il sistema Italia l’importanza e l’impatto che hanno sul nostro distretto le normative varate in sede di parlamento europeo. Di qui un coinvolgimento necessario, ben strutturato, degli europarlamentari in vista degli impegni che ci attendono nei prossimi mesi". Altro rompicapo è il cosiddetto ‘end of waste’ per i materiali che dovranno tornare ad essere ‘materia prima seconda’ e non rifiuto da trattare come tale. Il punto è dove posizionare questo limite lungo la catena della filiera dal momento che, se riguarderà le lavorazioni a valle della filiera (le sfilacciature, ad esempio), si rischia che queste ultime per necessità debbano trattare gli scarti come rifiuti speciali adeguandosi alle nuove normative. "Si corre il rischio di un grosso danno economico per il distretto con il timore che alcune attività debbano emigrare all’estero", paventa Francesco Marini, presidente di sistema moda di Confindustria Toscana Nord. Al momento il parlamento europeo ha lavorato a una prima bozza della normativa Epr. È qui che il distretto vuole giocare in attacco, cogliendo l’opportunità derivante dal futuro hub tessile in costruzione. In pratica per il comparto tessile succederà come oggi avviene per quello della plastica. "Cambierà proprio il paradigma per il produttore che avrà la responsabilità di individuare una filiera occupandosi anche del prodotto di scarto con la costituzione di consorzi ad hoc che già esistono per altri materiali come plastica e vetro – spiega nel dettaglio l’assessora Squittieri - Adattarsi al nuovo modello potrebbe portare a costi aggiuntivi. In questo ragionamento l’hub rappresenta uno strumento utile per il produttore: con l’Epr potrebbe aumentare la quantità di rifiuti di scarto".
Maria Lardara