REDAZIONE PRATO

Il terribile precedente nel luglio del 2006

La procura aprì subito un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e incendio. E nominò un consulente tecnico esperto in chimica. Risulterebbero più iscritti nel registro degli indagati .

Nel rogo al poligono di tiro, il 26 luglio di quest’anno,. hanno perso la vita Alessio Lascialfari e Gabriele Paoli

Nel rogo al poligono di tiro, il 26 luglio di quest’anno,. hanno perso la vita Alessio Lascialfari e Gabriele Paoli

PRATOEra venerdì 26 luglio quando il terribile rogo al poligono di via di Galceti rubò le vite di Gabriele Paoli, direttore di tiro di 67 anni, e Alessio Lascialfari, 65 anni. Un giorno tragico, che si pianta dentro i ricordi più dolorosi della città e della sua gente. Da cinque mesi le famiglie, fiduciose nel lavoro di indagine degli inquirenti, aspettano di sapere cosa è successo. E di conoscere eventuali responsabilità. Per eseguire gli accertamenti la procura aprì subito un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e incendio. Ci sarebbero più persone iscritte nel registro degli indagati.

Le due vittime, quel terribile venerdì di luglio, si trovavano sulla linea dei 50 metri del poligono, quando qualcosa è andato storto: i testimoni, nelle ore subito successive alla tragedia, hanno riferito di aver visto una fiammata partita all’improvviso sulla linea di tiro, nei pressi delle postazioni 4 e 5 e di aver sentito una "vampata" di calore terribile. Nell’incendio rimase gravemente ferito un terzo uomo, un istruttore di tiro di 46 anni. Riportò ustioni sul 35% del corpo, soprattutto sulle braccia. Fu portato immediatamente al centro grandi ustionati di Cisanello a Pisa, per essere trasferito, un mese dopo, all’ospedale Santo Stefano di Prato, dove ha proseguito le cure. Nelle settimane successive è stato sentito dagli inquirenti. Si può presumere che proprio dalla sua testimonianza gli inquirenti possano aver tratto indicazioni preziose per risalire alle cause dell’incendio che, dopo aver distrutto il poligono, lasciando al suo interno due vittime, è dilagato, spingendosi oltre il muro della struttura e attaccando anche il parco circostante. Alla fine ha devastato otto ettari di bosco.

Sulle indagini in questi mesi è stato mantenuto il massimo riserbo. La procura nominò un consulente tecnico, esperto in chimica, a cui affidò l’incarico di ricostruire quale sia stata la causa che ha innescato le fiamme. Tra le ipotesi prese in considerazione dagli investigatori i giorni subito successivi alla tragedia quella di un ritorno di fiamma di una pistola difettosa o una fiammata partita dai residui di polvere da sparo. Da quello che è emerso nelle ore subito successive ai fatti, quella stessa mattina era stata fatta la bonifica – obbligatoria – sulla linea di tiro proprio per evitare che i residui di polvere da sparo, altamente infiammabili, potessero creare problemi.

m. c.