FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Il traffico caos. Ogni anno si sta 50 ore in coda

Prato seconda solo a Firenze in Toscana per il tempo perso lungo le strade cittadine. Mazzoni (Aci): "Ripensare il sistema in toto" . .

Prato seconda solo a Firenze in Toscana per il tempo perso lungo le strade cittadine. Mazzoni (Aci): "Ripensare il sistema in toto" . .

Prato seconda solo a Firenze in Toscana per il tempo perso lungo le strade cittadine. Mazzoni (Aci): "Ripensare il sistema in toto" . .

Prato è la seconda città in Toscana dove si perde più tempo nel traffico, con 50 ore gettate via ogni anno durante la fascia di punta. A rivelarlo sono le statistiche del TomTom Traffic Index 2024. In testa alla graduatoria nazionale troviamo Roma con 103 ore, davanti a Firenze (101) e Milano (100), mentre Prato è 13°. Sempre secondo il rapporto, la velocità media nell’area centrale di Prato si attesta sui 42,5 km/h. Il dato nell’ora di punta della mattina scende a 35,3 km/h ed è ancora più basso nell’ora di punta del pomeriggio (33,4 km/h). Relativamente al tempo di viaggio per percorrere 10 km nell’area centrale della città, a Prato occorrono 14 minuti di media, 17 nell’ora di punta della mattina e 18 nell’ora di punta del pomeriggio. Numeri preoccupanti, come raccontato da Federico Mazzoni, presidente dell’Aci Prato. "La nostra rete stradale è sovraccarica ovunque, in particolare i corridoi trasversali, come l’asse dell’industria, la Declassata, l’asse di via Galcianese-via Zarini-via Marco Roncioni. E ancora, l’asse via Liliana Rossi-ponte Datini-viale Borgovalsugana-via Firenze-viale della Repubblica. Occorrerebbe una ristrutturazione della rete a 360° e un salto di qualità generale. Innanzitutto - spiega Mazzoni - non siamo assolutamente padroni dei fenomeni che avvengono sulle strade, né a livello di conoscenza, né come capacità di gestione". Il numero uno dell’Aci scende più nel dettaglio: "Gli amministratori comunali lavorano sull’ambito comunale. E’ un confine ottocentesco ormai, che a livello di gestione dei fenomeni non ha significato. Basti pensare che a Prato il 50% del caos è dato dal traffico di attraversamento, che è all’incirca pari al parco residente e che non può essere regolato se non si parte da un ambito territoriale più esteso. In questo senso, il resto del mondo definisce dei bacini di mobilità con delle autorità. Inoltre - continua Mazzoni - non abbiamo gli strumenti necessari per un’elaborazione in tempi rapidi dei dati e quindi non riusciamo a reagire a quello che accade in maniera immediata. Strumenti che fra l’altro consentirebbero al territorio di diventare ‘intelligente’ e che garantirebbero una gestione elastica. Il traffico, del resto, cambia di giorno in giorno e bisogna adattarsi. Ad esempio, in giro dalle nostre parti ci sono ancora semafori degli anni Cinquanta, quando invece esistono semafori più sofisticati che leggono le correnti di traffico e si autoregolano". Un altro tasto dolente è il trasporto pubblico, che "è inadeguato in virtù del fatto che si lavora con criteri obsoleti e rigidi, senza stare al passo con esigenze che cambiano velocemente e senza la elasticità necessaria".

Francesco Bocchini