
La parlamentare Chiara La Porta e il deputato Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia
"Esiste un distretto che non si riconosce nell’immagine che esce della città quando si parla di sistema Prato. Un sistema dal quale molti imprenditori prendono le distanze. Fino a quando si continuerà a parlare di sistema Prato si farà del male al tessuto sano di questa città". Walter Rizzetto, parlamentare di Fratelli d’Italia, presidente della commissione lavoro della Camera ieri in visita a Prato non ha dubbi sul da farsi. La visita segue di pochi giorni quella dei colleghi del Senato che hanno avuto modo di conoscere il lato "malato" dell’impresa, visitando la "Arte stampa srl" di via Pistoiese, la stamperia a gestione cinese sequestrata per gravi episodi di sfruttamento degli operai. Ieri invece è stata la voce degli industriali tessili ad essere ascoltata, con i membri della commissione che dopo una prima tappa in Prefettura, per fare il punto con il prefetto, la sindaca e le forze dell’ordine, si è spostata per conoscere le eccellenze della Beste di via Bologna, della Sutura di via Dino Campana e della ditta Bellandi di Montemurlo. Imprese eccellenti che portano il nome di Prato nel mondo e non in senso negativo come purtroppo da tempo accade, quando la città viene associata al sistema di sfruttamento messo in atto dalle imprese a gestione cinese. È qui che Rizzetto ha insistito: "Questa giornata rientra nel percorso intrapreso per combattere il fenomeno dell’illegalità che mina il tessuto sano - dice -. Abbiamo visitato realtà virtuose, che rischiano di essere danneggiate da chi opera in modo poco onesto. Imprenditori disonesti che creano un danno alla città e che noi vogliamo combattere".
Il presidente della commissione, così come aveva fatto il procuratore Luca Tescaroli a suo tempo, invita quindi a denunciare situazioni di sfruttamento e annuncia misure a sostegno di chi ha il coraggio di metterci la faccia. Parla di azioni normative allo studio, in riferimento alla tutela per chi smaschera il lavoro nero e lo sfruttamento. "I lavoratori che denunciano devono essere tutelati, ma servono anche leggi più severe così come è stato con gli interventi sulle aziende ’apri e chiudi’ deve essere fatto per quelle situazioni di abusi che vengono scoperte e che dopo pochi giorni, dietro il pagamento di una semplice ammenda, tornano ad operare nella più completa illegalità", ammonisce. Il sistema Prato appunto che va scardinato dalle fondamenta e in tutte le sue diramazioni tentacolari. Perché esistono gli abusi edilizi, le sicurezza disattese, l’evasione e lo sfruttamento: tante facce del sistema illegale che ha piegato l’imprenditoria sana, quella che ieri ha alzato la voce davanti al governo per cercare una sponda a riemergere. E Rizzetto promette di "non lasciare nulla di intentato".
Gli fa eco la parlamentare pratese di Fratelli d’Italia, Chiara La Porta, che parla della volontà del governo di creare delle normative cucite (anche) sulla pelle di Prato per combattere il distretto produttivo parallelo ad esempio con leggi che impediscano appunto a chi commette reati "di poter riaprire solo pagando una multa" e offrendo protezione a chi denuncia. "Questa tappa è stata organizzata per far emergere il distretto sano sia per ragionare su normative ad hoc che possano aiutare a scardinare un sistema di illaglità - dichiara La Porta -. La volontà è quella di impedire al sistama malato di andare avanti inasprendo le normative che non possono essere solo pecuniare. Mi riferisco ad aziende che reiterano reati, dopo la terza volta che vengono trovate ad operare nell’illegalità deve scattare la chiusura con affidamento ad un curatore". Le proposte ci sono. Prato attende.
Silvia Bini