MARIA LARDARA
Cronaca

Immigrati, assemblea Pd. Sfruttamento: il dialogo tra cinesi e pakistani

Oltre 400 persone e tante comunità al circolo di Grignano. Presenti anche Cgil e Cobas. Parte la mobilitazione contro le regole sulla cittadinanza.

Aksel Fazio, coordinatore della segreteria Pd, davanti alla platea

Aksel Fazio, coordinatore della segreteria Pd, davanti alla platea

Metti i rappresentanti della comunità cinese e di quella pachistana mobilitarsi contro la piaga dello sfruttamento, con applausi a vicenda, e due sigle sindacali che solitamente non vediamo in piazza insieme, cioé la Cgil e gli autonomi dei Sudd Cobas. Prove di dialogo e convivenza in una domenica pomeriggio di metà aprile. Fuori la pioggia, dentro è tutto esaurito al circolo Arci di Grignano. Erano rimasti solo posti in piedi per l’assemblea promossa dal Pd pratese e dai Giovani democratici: in una sala gremita con oltre 400 persone, una partecipazione trasversale (italiani e migranti) per far sentire la voce di 50mila pratesi senza cittadinanza, che si traducono in un bambino su tre sui banchi delle scuole pratesi, quel pezzo di comunità che fa i conti con una data di scadenza segnata sul passaporto. Senza permesso, non si rinnova il contratto di lavoro, non si ha diritto alla casa in affitto o all’accesso al sistema sanitario, si diventa più ricattabili e preda dello sfruttamento lavorativo. Si alimenta un circolo vizioso denunciato dai rappresentanti delle tante bandiere che sventolano in città e che non vogliono rimanere più ‘invisibili’ (Pakistan, Bangladesh, Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio, Marocco, Mali, Albania). Precarietà che chiama altra precarietà, come ha ricordato in apertura Aksel Fazio, coordinatore della segreteria Pd. Ci voleva questa assemblea per mettere faccia a faccia cinesi e pachistani dopo una lunga stagione (non ancora finita) di picchetti in fabbrica. Applausi per Wang Liping, presidente di Cna World China, quando ha caldeggiato il dialogo con la comunità pachistana. Confronto anche fra Cgil e Sudd Cobas, con i contributi della segretaria confederale Nicoletta De Angelis e dell’attivista sindacale Sarah Caudiero. Un appuntamento ‘allargato’ anche agli alleati Avs e 5 Stelle, con una nutrita fetta della giunta Bugetti: gli assessori Maria Logli, Diego Blasi, Marco Sapia, Marco Biagioni, Sandro Malucchi, e poi l’ex sindaco Matteo Biffoni, il consigliere regionale Marco Martini e comunale Simone Mangani, in videocollegamento la deputata dem Ouidad Bakkali. "C’è stata una forte convergenza sia nella denuncia che nella proposta – ha detto l’assessora Logli, delega alle politiche per l’integrazione - Questa è una battaglia che riguarda tutti e che può fare davvero di Prato un laboratorio di nuove pratiche sulla cittadinanza. Parte da qui una proposta per sperimentare il passaggio di competenze dalle questure agli enti locali per il rinnovo dei permessi di soggiorno, una procedura amministrativa che non dovrebbe attenere alla sicurezza. Una proposta che non è un modo per mettere in discussione l’operato della polizia, ma è la volontà di superare un approccio legato alla sicurezza". Fra le testimonianze, quella di una mamma originaria del Mali che vive qui da tanti anni e che ha perso il figlio adolescente nel paese d’origine, sempre respinto dall’Italia nonostante i suoi gravi problemi di salute. Le istanze pratesi saranno portate avanti a Roma dalla deputata Bakkali e dal collega Marco Furfaro. Sullo sfondo, la necessità di una revisione della legge Bossi-Fini e della legge sulla cittadinanza.. Come la mettiamo però con la carenza di organici comunali? "Ci fu già una sperimentazione di queste pratiche nei Comuni nel periodo 2007-2009. Siamo la città più multietnica d’Italia: 13.000 giovani pratesi nascono, studiano e lavorano qua, ma sono considerati diversi dai loro coetanei italiani". Maria Lardara