
Difficoltà ad avere una diagnosi, maggiore impegno nel "mascheramento" rispetto all’altro sesso, probabilmente per un imprinting culturale: anche nella neurodivergenza...
Difficoltà ad avere una diagnosi, maggiore impegno nel "mascheramento" rispetto all’altro sesso, probabilmente per un imprinting culturale: anche nella neurodivergenza - ovvero in chi ha un funzionamento "non standard" del sistema nervoso centrale (fra questi gli autistici, gli iperattivi, i plusdotati) - per le donne la vita è più dura rispetto a quella degli uomini. Se ne parlerà domani alle 15 alla biblioteca Lazzerini in un incontro organizzato dall’associazione Modi di Essere e da AltaMente Differente dal titolo "Donne neurodivergenti, la differenza invisibile e la fatica nascosta". Durante l’incontro – con cui Modi di Essere festeggia il primo anniversario - sono previsti interventi sia di divulgazione sia di testimonianza diretta e personale, con l’intento di promuovere il riconoscimento della differenza "invisibile" delle donne neurodivergenti. Dopo i saluti e la presentazione delle due associazioni, ci sarà l’intervento "Riconoscere e sostenere la complessità delle donne", di Manuela Cianella, psicologa, pedagogista, dottore in filosofia, mentore per la neurodivergenza, specializzata nel riconoscere, supportare e sostenere la "multi eccezionalità" e presidente di Officina Pedagogica AltaMente differente. Seguirà L’arte dell’autoconservazione, con l’intervento di Roberta di Pasquale, psicoterapeuta esperta dei disturbi del neurosviluppo nell’arco di vita, specializzata nel sostegno di adulti neurodivergenti con diagnosi tardive e responsabile dello studio Neurodiversity di Cecina. Prima delle domande e del dibattito finale la testimonianza di due donne neuro divergenti. La partecipazione è gratuita ma è necessaria la prenotazione: www.modidiessere.it