Il 27 gennaio è il giorno della memoria, di quel 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di Auschwitz. Coincidenza (di tutt’altro tipo) vuole che in questo giorno, nel 1901, muoia a Milano Giuseppe Verdi. "Ogni anno - dice Gianni Novelli, presidente dell’associazione Perché Verdi Viva foto - abbiamo sempre celebrato questa ricorrenza se pure, dopo 10 anni la città resti ancora orfana di quella esposizione permanente di oltre 200 documenti verdiani frutto della donazione di Goffredo Gori al Comune. In questi anni la ricorrenza nel nome del grande compositore alfiere civile dell’Unità d’Italia, collante patriottico verso la liberazione dal giogo austriaco è stata celebrata con incontri nelle scuole e spettacoli, riesumando dal buio degli scatoloni, documenti autentici parte della donazione, nella filigrana dei quali si scopre che non furono solo i fucili degli austriaci, bensì la censura che tentò di falcidiare il fervore patriottico". Dentro la donazione sono molti i documenti emblematici colpiti dalla scure della censura dell’epoca. Insieme al giorno della morte di Verdi, l’associazione di Novelli per questo 27 gennaio sceglie di raccontare di un altro 27 gennaio, quello del 1849, quando il clima di fervore risorgimentale favorì la nascita del Triumvirato e della Repubblica Romana: al Teatro Argentina di Roma (non più papalina) proprio in quel giorno del 1849 andò in scena "La battaglia di Legnano", vessillo dei comuni lombardi nel 1176) contro il Barbarossa. Quella sera del 27 gennaio a Roma la musica di Verdi scatenò un successo da fanatismo. "Ma la scure della censura - racconta Gianni Novelli - falcidiò le rappresentazioni nel Lombardo Veneto travisando nomi e ambiente: non più Legnano - Milano, ma Olanda e Assedio di Arlem". Tra i documenti della donazione Gori, oggi di proprietà del Comune, non ancora pubblicamente fruibili, l’associazione Perché Verdi Viva per questo 27 gennaio ha scelto di riesumare un raro spartito musicale e un introvabile libretto dal titolo "L’assedio di Arlem", travisamento de "La battaglia di Legnano", dove il coro che intona il famoso patriottico giuramento "Viva Italia, forte un patto…", è costretto a migrare nei Paesi Fiamminghi. Era il tempo di "Viva Verdi" ricorda Novelli: "Oggi, ci impegniamo Perché Verdi Viva".
CronacaIn memoria di Giuseppe Verdi. Quell’introvabile libretto . Una storia di musica e libertà