
Il segretario generale Uil nazionale Pier Paolo Bombardieri
Prato, 18 marzo 2025 – Precariato, sfruttamento, lavoro nero e lavoro “povero”. Ma anche la grande concentrazione di aziende toscane in mano a proprietari stranieri che vale un fatturato di quasi 40 miliardi di euro annui. E l’imprenditoria indigena che ristagna puntando sulla rendita – vedi affitti brevi – invece che sugli investimenti nelle imprese. Di questo si parlerà oggi e domani a Prato, dove è arrivata la Carovana Uil con la scritta “No ai lavoratori fantasma”. L’iniziativa nazionale si tiene in piazza delle Carceri, che diventerà il palco per due giorni di confronto tra lavoratori, lavoratrici, giovani e pensionati. La prima sessione della kermesse pratese vedrà i saluti del presidente della Regione, Eugenio Giani e della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti. A seguire la tavola rotonda, a cui partecipa il segretario generale Uil nazionale PierPaolo Bombardieri.
Perché la Carovana fa tappa a Prato? “Perché qui ci sono più lavoratori irregolari per la la forte immigrazione. In tutta la Toscana, come a Prato c’è un lavoro che è povero con contratti al ribasso, e qui parleremo di sicurezza. Dopo la tragedia del cantiere Esselunga a Firenze, nel 2024 i morti sul lavoro in Toscana sono aumentati di 16 vittime in più, rispetto al 2023”. Tra i relatori dell’iniziativa della Uil ci sarà anche Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, morta nel 2021, risucchiata nell’orditoio tessile di un’azienda di Montemurlo.
A delineare il quadro degli argomenti è Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana: “Lo scopo è mettere al centro il lavoro inteso come rapporto contrattuale a tempo indeterminato, visto che nella nostra regione su 10 lavoratori assunti, 8 firmano a tempo determinato. Sono quelli definiti lavoratori invisibili – aggiunge – persone che non possono programmare il loro futuro, prendere un mutuo per la casa, desiderare un figlio. Il 46% degli impiegati non riesce a fare 52 settimane all’anno, perché il lavoro è discontinuo”. Dati da zona grigia, che proseguono. “Dei lavoratori discontinui fanno parte molte donne con figli e i part-time che in Italia sono in totale 4 milioni. Anche la situazione salariale è preoccupante in Toscana, visto che 250mila lavoratori guadagnano meno di mille euro al mese. Il dato occupazionale? Il 62% di occupati in Toscana conteggia anche i discontinui, gli interinali o stagionali e si attesta a -9% rispetto alla media europea del 71%, poi guardando nel dettaglio le donne e gli under 29, il “delta” con l’Europa aumenta a -13% e -15%”. Fantappié rileva un’altra caratteristica dell’economia toscana: “Con la Carovana faremo un focus sulla Toscana coma colonia di multinazionali estere. Per questi colossi sostenibilità ed economia circolare giocano un ruolo strategico ma il rischio è che spostino la produzione fuori Italia dopo aver ottenuto agevolazioni”.
Si tratta di aziende straniere che valgono un fatturato di 37 milioni di euro nel 2023, tra cui Baker Hughes, il gruppo Dumarey Flowmotion, la turca Beko, Mcphy, la Venator di Scarlino. La “Carovana” è occasione per fare richieste a Roma. “Chiediamo un patto tra Governo, Confindustria e sindacati che prenda come riferimento il contratto a tempo indeterminato. E chiediamo di detassare i rinnovi contrattuali e di aiutare chi investe sulle aziende e assume, non chi vive di rendita e di affitti brevi. Vorrei – conclude il segretario toscano Uil – dare uno spunto di riflessione, la Toscana si è messa a sedere, il suo Pil è stagnante (sarà solo l’1% nel 2026, ndr) e i giovani scappano altrove, è rimasta a guardare la grande magnificenza del passato, ma il futuro corre e se vuole continuare a essere grande, deve lavorare e investire”.