Ancora aperte le ferite lasciate dall’alluvione del 2023 in Val di Bisenzio e ancora presenti, vicino alle porte d’ingresso, i sacchi di sabbia, mai tolti. A ragione, anche, visto che il modo di dire "piove sul bagnato" qui è stato drammaticamente letterale: tutta l’acqua arrivata in Vallata tra primavera e autunno è andata a peggiorare situazioni già precarie: la strada di Montecuccoli, su cui nel 2023 si concentrarono le problematiche post alluvione a Vernio; i tanti smottamenti, anche sulla 325, compresa la frana de Le Coste, avvenuta in un punto da sempre instabile ma che ha avuto il colpo di grazia proprio nel 2023.
Si lavora ancora a Migliana, con cantieri aperti a Chiusoli, sulla strada principale e su quella che collega la frazione ad Usella, in una zona tremendamente colpita dal nubifragio, con famiglie anocora fuori casa. A Vaiano sono stati conclusi diversi interventi e sono in corso quelli sul torrente La Briglia e sul Trescellere (per la sistemazione dell’area adiacene a quest’ultimo, la Regione ha previsto 2 milioni). Tolto il rischio immediato per la pubblica sicurezza, restano aperte tante questioni.
Molti i fossi che devono essere ancora ripuliti dai detriti portati dal nubifragio e anche qui, a dettare i tempi, il gioco di competenze che si spostano dalla Regione, ai Comuni, ai privati, nella difficile distinzione fra quella che è la somma urgenza e la prevenzione. E tante ancora le strade da ripristinare, con il balletto di competenze legato all’utilità della via, nell’altrettanto difficile discriminazione fra uso pubblico e privato: si tratta di strade infatti che son sempre esistite e che portano a diversi nuclei abitati ma che ufficialmente sono ad uso privato.
In molti casi il ripristino della strada in questione è di gran lunga più costoso del valore stesso delle abitazioni: il nodo da sciogliere, in Vallata, resta questo, con famiglie che ancora non sono riuscite a tornare a casa, chi ha risolto a spese proprie e chi per farlo rischia la vita ogni giorno.
Claudia Iozzelli