In via Zipoli una casa per ricominciare. Lo spazio che aiuta gli ex detenuti

Il nuovo progetto della Fondazione Caritas. "L’obiettivo è contrastare la recidiva"

In via Zipoli una casa per ricominciare. Lo spazio che aiuta gli ex detenuti

In via Zipoli una casa per ricominciare. Lo spazio che aiuta gli ex detenuti

"Una casa per ricominciare". E la casa si chiamerà San Leonardo di Noblac, come l’abate benedettino vissuto in Francia nel VI secolo, e spesso raffigurato con delle catene o dei ceppi perché è considerato patrono dei carcerati. Ed è proprio per loro, i detenuti, anzi, coloro che hanno finito di scontare la pena carceraria, che è pensato il nuovo progetto della Fondazione Caritas di Prato. Una casa, appunto, per ricominciare.

"Si tratta di un nuovo passo nel contrasto alla recidiva – spiega don Enzo Pacini, direttore della Caritas e cappellano del carcere della Dogaia –, perché chi esce da un periodo di detenzione si trova indubbiamente in difficoltà e se qualcuno non lo sostiene e lo accompagna in percorsi di autonomia e di ripresa della propria vita, è molto probabile che questa persona torni a delinquere".

Questo progetto troverà spazio all’interno di un terratetto lasciato in eredità alla diocesi di Prato da un’anziana signora che ci ha vissuto fino al giorno della morte. Nel testamento è scritto che l’abitazione sarebbe stata donata per l’assistenza dei bisognosi e dei senzatetto. L’edificio, una tipica casa alla pratese a tre piani con piccolo stanzone annesso, si trova in via Zipoli e prima di essere messo a disposizione del progetto avrà bisogno di essere ristrutturato.

Casa San Leonardo sarà composta da sei stanze con bagno e angolo cottura privati, mentre al piano terra ci saranno alcuni spazi comuni e la presenza di un operatore dedicato. È prevista anche la realizzazione di un laboratorio dove svolgere attività formative o lavorative. L’obiettivo è quello di rendere autonomo ogni ospite, perché è dall’autonomia personale che inizia il cammino verso il reinserimento sociale. L’alloggio dato in uso all’ex detenuto sarà temporaneo, per non più di un anno o due, "il tempo necessario per dargli modo di fare un salto di qualità nella propria vita", conclude don Enzo. Un progetto importante. Una mano tesa per aiutare chi esce dal carcere a scrivere una nuova e migliore pagina della propria vita.