
Inchiesta sui richiedenti asilo Sette mesi all’ex presidente Astir Dovrà risarcire anche il ministero
E’ stata messa la parola fine al processo che aveva portato Loretta Giuntoli, l’allora presidente del Consorzio Astir e legale rappresentante delle cooperative Astirforma e Verdemela, alla sbarra degli imputati per frode nelle pubbliche forniture, in particolare nella gestione dei richiedenti asili ospitati in alcuni Cas (centri di accoglienza straordinari) della città e afferenti al Consorzio stesso. Questa era l’ipotesi di reato al centro dell’inchiesta condotta dalla Digos di Prato e coordinata da Laura Canovai, oggi procuratore facente funzioni. Il caso, che ebbe una vasta eco mediatica considerata la notorietà della Giuntoli nell’ambito della cooperazione sociale locale, risale al dicembre 2018, quando all’inizio finì anche agli arresti domiciliari.
La sentenza, che ha chiuso il processo, è stata emessa ieri dal giudice Elisa Romano della sezione penale in composizione monocratica. Per Giuntoli è stata disposta una condanna a sette mesi di reclusione (le sono concesse la pena sospesa e la non menzione) e 200 euro di multa.
Nell’inchiesta, lo ricordiamo, erano finiti anche altri due imputati (Alberto Pintus e Roberto Baldini, ex legali rappresentanti della cooperativa Humanitas), che erano stati assolti alla fine del processo con rito abbreviato.
Giuntoli, assistita dall’avvocato Pier Nicola Badiani, aveva optato per la strada del processo ordinario. Ieri, dunque, è arriva la sentenza nella quale il giudice Romano ha stabilito a carico dell’imputata una provvisionale pari a 50mila euro da liquidare subito come risarcimento dei danni a favore della parte civile. In questo caso il risarcimento è destinato al ministero dell’Interno che, tramite la prefettura, si era costituito parte civile.
La condanna, per l’ex presidente del Consorzio Astir, riguarda il reato di inadempienza nei contratti di pubbliche forniture. Infatti, secondo le risultanze dell’inchiesta coordinata dalla procura pratese, i soldi che il Consorzio riceveva dalla prefettura per ogni immigrato pari a 35 euro ad ospite, non sarebbero stati usati interamente per la gestione dei Centri di accoglienza straordinaria e per il sostentamento degli stessi migranti, ma soltanto per la metà.