
di Federico Berti
Più di due ore di irresistibile comicità: Giorgio Panariello in splendida forma, lunedì sera in piazza del Duomo nello show che lo ha riportato nella sua città di adozione dopo qualche anno di assenza. "Siete tantissimi, più di quanto ci aspettassimo", ha esordito salendo sul palco. "E’davvero una emozione essere qui. Quando mi devo esibire a Prato tutti mi dicono: vabbè sei a casa tua. In realtà l’emozione c’è eccome". Da solo sul palco con i suoi ricordi e i tanti personaggi che lo hanno accompagnato per tutta una vita, lungo una strepitosa carriera. Pochi elementi scenografici, un paio di sgabelli, un separè, tante battute che hanno scatenato una risata dietro l’altra e applausi a scena aperta."A Prato ho amici cari come Roberto Cenni e Dante Mondanelli a cui voglio rivolgere un saluto". Dopo una lunga introduzione passata perfino dalla politica, ironizzando sul maccheronico inglese di Matteo Renzi e Luigi Di Majo, Panariello ha sfoderato uno dopo l’altro i suoi cavalli di battaglia. Primo fra tutti Renato Zero, ricordando le prime imitazioni per DJ Television, i primi incontri, la loro amicizia. E poi la versione PanarielloZero di "Più su", fra le più belle canzoni del cantautore romano. Tra una battuta e l’altra c’è stato anche il tempo per un affettuoso saluto a Roberta Betti, anima del Politeama scomparsa nel gennaio del 2020 (a propostito, Panariello tornerà al Politeama a marzo del prossimo anno con il nuovo spettacolo che, guarda caso, si intitola come un brano di Renato Zero, "La favola mia"). Con un semplice e rapido cambio di look dietro un enorme bauleseparè Giorgio Panariello si è poi trasformato in Mario il bagnino, Merigo l’ubriacone della Versilia, Lello Splendor e il pittoresco Pr della discoteca Chiticaca di Orbetello. Aneddoti, curiosità, risate, con il pubblico in delirio. Soprattutto all’arrivo della signora Italia, la simpatica pettegola, ispirata da un vero personaggio di Paperino. Sotto il casco dalla parrucchiera, coi bigodini in testa, la signora Italia ha raccontato gli ultimi pettegolezzi del paese. In prima fila anche l o storico amico Walter Santillo e Fernando Capecchi della Vegastar, l’impresario che ha creduto in Panariello già negli anni Ottanta e che ha ispirato il personaggio di Nando. Tra un ricordo personale e l’altro, spesso toccante e commovente quando il riferimento andava ai nonni che l’hanno cresciuto in Versilia, il mattatore di "Torna sabato" ha spiegato la nascita di un altro personaggio amatissimo, il celebre Naomo. "Tutti pensano che Naomo sia nato osservando Briatore ed altri vip. In realtà anche Naomo è nato a Prato. Una sera ero a cena in un famoso ristorante della città e vedo questo personaggio, un industriale, di quelli con il colletto alzato, al polso un orologio che sarà costato almeno sessanta milioni. Subito ho pensato: questo diventerà un personaggio. Immaginate la sua reazione quando la cameriera gli chiese se quella Panda parcheggiata davanti al locale era la sua". Poco prima di mezzanotte lo show si è chiuso con il pubblico in piedi. "Addirittura la standing ovation a Prato", ha commenta emozionato Panariello. C’è stato anche il tempo per un bis con Silvano, il simpatico vagabondo di piazza Puccini. Poi i riflettori si spengono, il pubblico se ne va. Ma che bella serata.