Mai come quest’anno si inizia a parlare della campagna di vaccinazione anti-influenzale in largo anticipo. E mai come quest’anno, con lo spettro di una seconda ondata di entità si spera più lieve e più controllabile di Covid-19, i cittadini stanno iniziando ad informarsi sui vantaggi che la somministrazione del vaccino contro l’influenza endemica possano arrecare al sistema immunitario. E mai come quest’anno il rischio è che le dosi di vaccino possano essere poche rispetto alla domanda. A Prato che fa capo all’Asl Toscana Centro, secondo le prime indiscrezioni dovrebbero essere destinate fra le 80mila e le 90mila dosi. Il che significherebbe oltre 20mila dosi in più rispetto alla passata stagione. Una pratica di difesa contro la malattia di stagione da sempre promossa dai medici per limitare il diffondersi di epidemia da influenza, che può rivelarsi pericolosa specialmente per certe categorie più fragili. Al momento è ancora argomento di discussione fra Regione, Asl Centro, medici di famiglia, ma a breve si saprà con precisione quanto si punterà ad ampliare la campagna vaccinale e quante dosi saranno destinate alla provincia di Prato, per la quale ne sono state ordinate 90mila. Sono due i filoni sui quali sembra muoversi l’edizione 2020 della campagna anti-influenza: iniziare prima la vaccinazione, anticipando ad ottobre e ampliare lo spettro dei vaccini gratis abbassando l’età dagli ultra 65enni agli ultra 60enni. Anche se al momento non ci sono comunicazioni ufficiali, la vaccinazione è fondamentale "perché produce anticorpi verso l’influenza e sebbene non siano specifici per il Covid, riesce a rafforzare le difese del corpo – sottolinea Luigi Biancalani, presidente della Società della salute – E’ importante partire presto".
"Come ogni anno la somministrazione gratuita del vaccino contro l’influenza - spiega Alessandro Benelli, segretario della Federazione dei medici di medicina generale di Prato - prevede di partire da quelle fasce più fragili, come pazienti da quest’anno con più di 60 anni e bambini con particolari patologie, pazienti in condizioni di rischio, donne in gravidanza e come sempre tutti coloro che lavorano in settori pubblici, come personale sanitario e scolastico. Dobbiamo sapere ancora ufficialmente quanti dosi saranno destinate agli ambulatori dei medici di famiglia".
La vaccinazione contro l’influenza stagionale è "consigliata – commenta Guido Moradei, presidente dell’Ordine dei medici di Prato – per ridurre l’epidemia da influenza stagionale e per agevolare i medici nel distinguere una semplice influenza dall’infezione da Sars Cov-2. Ricordiamo, infatti, che i sintomi iniziali sono simili. Se un paziente si è vaccinato, il medico potrà fare una diagnosi più precisa e più rapida potendo avviarlo alla cura adeguata. Speriamo che il quantitativo sia sufficiente a rispondere alle richieste". Moradei solleva un altro tema: "Le sedute vaccinali dovranno avvenire senza affollamenti di pazienti negli ambulatori e con il rispetto del distanziamento". Intanto i medici di famiglia proseguono a fare i test sierologici al personale scolastico docente e non: ieri pomeriggio i medici della Casa della salute Prato centro est di via Ferrucci ne hanno eseguiti una trentina.
Sara Bessi