Prato, 28 dicembre 2022 - L’influenza australiana in anticipo, le difficoltà nei trasporti e nel trovare i materiali per il confezionamento, fanno sì che le farmacie siano spesso prive dei medicinali maggiormente richiesti con o senza ricetta. Fra tutti ci sono alcuni antipiretici e antinfiammatori quasi introvabili nella versione originale. Soprattutto le difficoltà di reperimento si riscontrano per i medicinali pediatrici, come fa sapere il dottor Pietro Brandi, presidente di Federfarma Prato, anche se i farmacisti si stanno adoperando per fare in modo di rifornirsi al meglio.
"Il consiglio che possiamo dare ai genitori - aggiunge Brandi - è di non fare per forza la corsa al farmaco, ma di affidarsi comunque al farmacista che può indirizzare ad usare farmaci equivalenti che però abbiano lo stesso principio attivo e svolgano, quindi, la medesima funzione sul piccolo ammalato".
Le principali carenze si evidenziano per la tachipirina per bambini, sciroppi per la tosse (anche per adulti), supposte, Clenil per il trattamento del respiro sibilante nei bambini fino a 5 anni. "Non ci vogliamo sostituire ai medici pediatri di famiglia - sottolinea - ma in quanto esperti di farmaci possiamo indirizzare ad usare prodotti analoghi". Per esempio, alcuni sciroppi potrebbero essere sostituiti con delle goccioline oppure "la tachipirina mille che scarseggia per gli adulti può essere sostituita con due pasticche da 500, che si trovano con più facilità".
Maggiori problemi si hanno nella sostituzione di antibiotici sia pediatrici che per adulti. "Fra gli ostacoli imputabili alla minore capacità di approvvigionamento ci sono una concomitanza di cause: si va dal maggior consumo di certi medicinali, alla difficoltà dei trasporti e alla difficoltà di reperimento di alluminio per il confezionamento", spiega ancora Brandi.
Intanto la Regione Toscana ha istituito il dipartimento interaziendale del farmaco, ufficializzato con una delibera della giunta regionale approvata nei giorni scorsi su proposta dell’assessore alla sanità Simone Bezzini. I direttori delle aziende sanitarie e il direttore della Fondazione Monasterio hanno tempo fino al 31 gennaio 2023 per costituirlo.
"Ci aiuterà a armonizzare ed ottimizzare politiche ed interventi per migliorare l’erogazione dei farmaci a malati cronici o ai pazienti in dimissione, ma ci servirà anche per mettere a punto azioni volte ad ottimizzare la spesa", spiega Bezzini.
La sfida sta anche dal coinvolgimento dei medici di famiglia, che rappresentano la componente professionale necessaria per mettere il paziente al centro dell’intera organizzazione assistenziale.