Prato, 13 dicembre 2022 - Si svuota la sede dell’Inps. L’organico già ridotto all’osso rischia di perdere altre 25 persone (22 per mobilità e 3 pensionamenti). Una situazione drammatiche che rischia di mandare in tilt uno dei principali uffici toscani dell’Istituto di previdenza. I conti non tornano. In forza all’ufficio di via Valentini ci sono 75 lavoratori, ben 19 in meno rispetto a quando prevederebbe la pianta organica che ne indica 94. Con le previsione di perdita di altri 25 impiegati lo sportello è a rischio paralisi. La mole di lavoro che gestisce è impressionante: 114.000 lavoratori assicurati, 1960 lavoratori autonomi e a quasi 60.000 pensionati. Inoltre, Inps gestisce i rapporti previdenziali con oltre 33.000 aziende. Per non parlare della gestione delle ore di cassa integrazione che, nel 2020, sono state superiori a 14 milioni. Inoltre, la sede Inps svolge un ruolo importante per quanto riguarda i controlli sull’evasione contributiva che, solo per l’anno scorso, ammontava a 5,5 milioni di euro. un impegno a 360 gradi da mandare avanti senza forza lavoro. Impossibile. Ilaria Bugetti consigliera regionale Pd e Pd e presidente della commissione Sviluppo economico e lavoro, raccoglie l’allarme dei sindacati e porta il caso in Regione presentando una interrogazione al presidente Eugenio Giani nella quale chiede di "conoscere quali iniziative intenda assumere nei confronti dei Ministeri competenti affinché alla sede di Prato dell’Inps venga assegnata una dotazione di personale in grado di rispondere con efficacia alle effettive necessità di un territorio fortemente connotato sotto il profilo economico, produttivo e sociale".
Immediate le contromisure messa in campo dalla Regione che ieri ha inviato una lettera al ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, e al presidente Inps, Pasquale Tridico. "Il bacino d’utenza della sede di Prato – spiega Bugetti – mala pianta organica dell’Istituto a Prato risulta non solo carente di 19 unità (75 su 94) ma rischia entro poche settimana di ridursi ulteriormente per 22 mobilità in uscita e 3 pensionamenti. Era urgente porre la questione nelle sedi competenti, poiché l’attuale carenza di organico, unitamente alla prevista mobilità in uscita, potrebbero determinare il mancato raggiungimento degli obiettivi istituzionali, determinando, come scrivono i sindacati, ’un danno per i cittadini della provincia, per i lavoratori e le imprese, oltre che per il sistema previdenziale che non potrebbe avvalersi della funzione di controllo esercitata dall’Istituto sulla evasione contributiva’. Anche se la Regione non ha competenze dirette – conclude Bugetti – spero che l’intervento del presidente Giani, che ringrazio anche per la rapidità nel rispondere, possa sollecitare una soluzione positiva".