In cinque anni si sono persi 18 addetti su 94 all’Ufficio Inps di Prato. Nonostante ciò, i dati della cassa integrazione guadagni segnalano il quadruplo delle ore autorizzate a giugno 2023 rispetto l’anno precedente con, in aggiunta, l’alluvione del 2 novembre che ha colpito 3725 imprese della zona. Il quadro generale del personale dell’ufficio Inps di Prato si caratterizza per una riduzione di 13 unità da luglio 2019 quando gli addetti erano 94.
Una situazione drammatica che rischia di mandare in tilt uno dei principali uffici toscani dell’Istituto di previdenza. I conti non tornano, e non tornano da un pezzo. In forza all’ufficio di via Valentini sono inoltre previsti 5 pensionamenti nel 2024, conti alla mano le unità di personale scenderanno a 75. Insomma, poco personale a fronte di maggiore lavoro: le pratiche per la cassa integrazione nel giugno scorso, ultimo dato pubblicato, sono state fino a oltre quattro volte superiori quelle lavorate nel 2022. Il lavoro quadruplica mentre le forze in campo diminuiscono. E così per garantire i servizi si fanno i salti mortali.
La mole di lavoro che gestisce l’ufficio di via Valentini è impressionante: 114.000 lavoratori assicurati, 1960 lavoratori autonomi e a quasi 60.000 pensionati. Inoltre, Inps gestisce i rapporti previdenziali con oltre 33.000 aziende. Per non parlare della gestione delle ore di cassa integrazione.
"La carenza d’organico fino a poco prima dell’estate era stimata in 42 unità. Con le ultime assunzioni derivate dal concorso nazionale, che non ha premiato Prato, hanno preso servizio 26 neo assunti, ovvero 16 addetti in meno rispetto a quelli previsti in pianta organica. Negli anni dal 2019 al 2024 – sostiene Sandro Malucchi della Fp Cgil - si sono persi oltre 20 addetti. Secondo Irpet sono 3.725 le aziende alluvionate a Prato e gli 80 lavoratori Inps presenti saranno chiamati a svolgere un ruolo fondamentale per la coesione sociale di un territorio martorizzato dall’alluvione. Occorre che l’amministrazione indichi ulteriori bandi di concorso e più equilibrate assegnazioni che premino l’Ufficio locale – continua il sindacalista – affinché possa garantire le risposte alle richieste dei cittadini e delle aziende e per essere un punto di riferimento per il sistema di welfare del territorio".
La pianta organica dell’Istituto a Prato risulta non solo carente di 19 unità (75 su 94) ma rischia di ridursi ulteriormente per mobilità in uscita e pensionamenti. Eppure si tratta di uno degli uffici più importanti della Toscana. Affinché funzioni al meglio delle sue possibilità e riesca a rispondere pienamente alle esigenze, servono rinforzi.
Silvia Bini