L’insegnamento dello sport da parte del Cgfs diventa un modello nazionale. Nel corso della tre giorni d’alta specializzazione promossa dal Centro Giovanile, non solo sono stati formati 76 educatori dell’area metropolitana, ma è stato prodotto anche un innovativo modello per valutare le competenze e l’insegnamento sportivo a tutto tondo nei bambini dai cinque agli undici anni. Un’esperienza che nei giorni scorsi è stata pure presentata al festival dello sport e della cultura di Montebelluna, venendo individuata come buona pratica nazionale per un insegnamento inclusivo dello sport. "Un motivo di soddisfazione per tutto il Cgfs – spiega il presidente Gabriele Grifasi – . Cercheremo di fare rete assieme alle associazioni simili alla nostra di tutta Italia per portare avanti un’idea di sport diversa: non solo insegnamento della disciplina ma anche un modello di formazione, sviluppo e crescita dei ragazzi". L’ottica di formare educatori non soltanto in grado di insegnare un gesto tecnico ma anche capaci di comunicare, stimolare e comprendere le esigenze dei bambini e delle famiglie, è stata al centro della tre giorni di specializzazione. I corsi hanno riguardato educatori più o meno giovani, alcuni già in contatto col Cgfs, altri provenienti da percorsi esterni. E hanno coinvolto sia il settore acquatico che quello del multisport. A condurre le lezioni, in un percorso che rientra nel progetto ‘Prato dove lo sport è cultura’, sono stati i docenti del comitato scientifico del Cgfs: Salvatore Conte, Francesca Vitali, Andrea Ceciliani, Valter Durigon e Gennaro Testa (oltre al direttore generale Mirko Bassi, alla responsabile multisport Daniela Pecchioli e al responsabile discipline acquatiche Andrea Natali). "Oggi più che mai, dopo l’esperienza della pandemia, gli educatori devono fare grande attenzione all’aspetto psicologico dei bambini – dice Salvatore Conte, direttore del comitato scientifico del Cgfs –. Per questo abbiamo presentato lezioni che coniugavano aspetti teorici con quelli pratici". Come detto, l’obiettivo principale del Cgfs è quello di portare avanti un insegnamento inclusivo dello sport. Così durante lezioni e workshop si è parlato di clima motivazionale, della necessità di variare gli esercizi così da non rendere monotono e ripetitivo il gesto atletico. E dell’esigenza di un insegnamento a 360°. "A lezione ho visto giovani educatori molto vogliosi di imparare e di specializzarsi – conclude Salvatore Conte –. Da tempo portiamo avanti la didattica per competenze: spieghiamo agli istruttori che al bambino non insegniamo esclusivamente quali sono i gesti e le abilità, ma pure il sapere essere autonomi, cooperare e sviluppare interazioni interpersonali. Il giovane atleta non impara quindi soltanto il gesto tecnico in sé e per sé, ma anche a sapersi relazionare e ad ascoltare. E’ un apprendimento totale, completo". E intanto dal l 15 al 28 settembre torna l’appuntamento con “Prova lo Sport”, l’iniziativa pensata dal Centro Giovanile di Formazione Sportiva per contrastare l’abbandono sportivo post pandemia e rilanciare lo sport fra i più giovani. Informazioni: 057443621, [email protected]