Quello del 2000 di sicuro non se lo ricorderanno le tante scolaresche prenotate per i prossimi mesi al Museo dell’Opera del Duomo. È un frammento di tessuto prezioso, rosso, blu e oro, a raccontare uno spartiacque della Chiesa cattolica fra due millenni, un campione del prezioso e solenne piviale indossato da papa Giovanni Paolo II e realizzato a Prato, testimonianza del legame storico fra il Giubileo e il vesti liturgiche con il distretto pratese. Lo si può ammirare nella quarta sezione della mostra "Giubileo 2025: intrecci di Arte e Fede a Prato" che accompagnerà i visitatori del Museo dell’Opera del Duomo lungo l’Anno Santo, da oggi fino al 28 dicembre. Roma chiama Prato, la città risponde con questo piccolo gioiello di mostra che fa splendere le volte della Cattedrale e la cappella dei Battuti di Santo Stefano. Dal calice donato da papa Francesco in occasione della visita pontificale a Prato alla casula a lui donata sempre in occasione di quell’evento storico per la città (10 novembre 2015), passando per il parato di Santo Stefano donato dagli industriali alla Diocesi in occasione del 350esimo anniversario della Diocesi stessa (2003).
Uno spaccato di storia religiosa cittadina che ruota intorno al significato del Giubileo, con l’invito a vivere un’esperienza di riflessione spirituale: è lo scopo della mostra che si sofferma sulla bellezza dei paramenti liturgici, contiene una testimonianza importante di documenti storici, illustra il percorso delle chiese giubilari presenti sul territorio diocesano per finire in Cattedrale con il Crocifisso ligneo di Giovanni Pisano. Simbolo di fede, speranza e redenzione, il capolavoro trecentesco è stato scelto come croce giubilare del 2025. "Non potevamo non sottolineare questo evento della Chiesa universale senza dare una lettura e una visione diocesana – spiega monsignor Daniele Scaccini, vicario generale della Diocesi di Prato – e attraverso questo evento giubilare il singolo fedele è chiamato a riappropriarsi della propria fede". Nasce così questa mostra suddivisa in cinque sezioni in un viaggio fra storia, memoria dei Giubilei passati e arte sacra, in chiave didattica e didascalica. Un legame forte fra Prato e il Giubileo: in un’ottica di politica generale di sviluppo turistico forse questa mostra poteva essere un’occasione di richiamo per la città, magari in collegamento con il ciclo di affreschi di Filippo Lippi in Cattedrale. Una sezione è dedicata ai paramenti liturgici e agli oggetti sacri che sono stati utilizzati dal vescovo Nerbini durante l’apertura del Giubileo nel 2025: tra i pezzi esposti il piviale, la mitra, la croce astile e altri oggetti liturgici che accompagnano la celebrazione del Giubileo. Tra i documenti storici, il progetto del nuovo presbiterio realizzato da Robert Morris in occasione del Giubileo del 2000. La terza sezione ci accompagna nelle chiese giubilari pratesi elette per l’anno giubilare, nove luoghi di preghiera e pellegrinaggio per i fedeli. Si tratta della Cattedrale, i santuari mariani (Carceri, Pietà, Soccorso e Giglio), la basilica di San Vincenzo e Santa Caterina, la pieve di Sant’Ippolito di Vernio, le cappelle dell’ospedale Santo Stefano e quella del carcere della Dogaia. E c’è anche il “passaporto del pellegrino“ pensato dal Museo per favorire le visite all’interno del territorio diocesano (è ritirabile al bookshop del museo).
"La parola Giubileo fa subito venire in mente Roma – osserva la direttrice del Museo Veronica Bartoletti – ma è bene sapere che anche a Prato si possono compiere pellegrinaggi nelle chiese giubilari". Ogni chiesa ha al suo interno un pannello esplicativo e una piccola casetta con una punzonatrice per vidimare il proprio passaporto. La mostra "Giubileo 2025: intrecci di Arte e Fede a Prato" è visitabile da martedì a sabato dalle 10 alle 17, la domenica dalle 13 alle 17 (lunedì chiuso).
Maria Lardara