REDAZIONE PRATO

"Investimenti sul Lungobisenzio". Milone, trattative e sogno serie C

L’amministrazione comunale "investa sullo stadio: sarebbe utile per attrarre possibili acquirenti"

Lo striscione esposto domenica in Curva durante la partita tra Prato e Forlì. Nel primo tempo i lanieri erano già sotto di tre gol, contestato dagli spalti il presidente Stefano Commini

Lo striscione esposto domenica in Curva durante la partita tra Prato e Forlì. Nel primo tempo i lanieri erano già sotto di tre gol, contestato dagli spalti il presidente Stefano Commini

"Nella mia veste di assessore allo Sport provai a trovare acquirenti in città ma andai a sbattere contro un muro. A Prato non ci fu nessun imprenditore o un gruppo disposto a rilevare la società. Su questo ha ragione Paolo Toccafondi come ha affermato qualche giorno fa. Ho letto anche dell’ipotesi di organizzare un azionariato popolare... ma non credo che troverebbe una larghissima adesione: in Italia non abbiamo questa mentalità come in Spagna o in Germania". Parole di Aldo Milone, già assessore allo Sport nella giunta Romagnoli (centrosinistra), attuale esponente di Forza Italia.

Milone cercò di saggiare il terreno per nuovi acquirenti, ma incontrò sempre molti ’no grazie’. "Ricordo un episodio riguardante un tentativo che cercai di portare avanti con un gruppo lombardo che aveva manifestato una certa disponibilità a trattare con il compianto Andrea Toccafondi". In quel caso "faceva da tramite l’avvocato Guarducci. Ricordo molto bene i termini di quella trattativa. Il presidente Andrea Toccafondi, allora il Prato stava retrocedendo in C2, chiese 10 milioni di euro se il Prato fosse rimasto in C1 e 5 milioni di euro se fosse retrocesso in C2". Ma "di fronte a questa richiesta quel gruppo scappò immediatamente da Prato e andò a Terni a comprare la Ternana...".

In questi giorni "sta montando in città una dura contestazione nei confronti della proprietà della società di calcio Ac Prato - evidenzia Milone - Indubbiamente fa male vedere una città come Prato di 200 mila abitanti, la seconda città della Toscana, veleggiare a metà classifica in serie D, la quarta serie. Soprattutto se ci sono altre realtà toscane, basta citare Empoli, cittadina di circa 50.000 abitanti, che sono nella massima serie...". Questa contestazione "mi fa tornare indietro di diversi anni fa, giunta Romagnoli, quando ricoprivo l’ incarico di assessore allo sport. In quell’ occasione la contestazione dei tifosi era nei confronti della famiglia Toccafondi, ma le trattive non portarono a niente, diciamolo chiaramente". Il tentativo però fu fatto e portato avanti finché possibile. Poi lo stop. La storia dell’Ac Prato dice che si è arrivati alla cessione a zero euro da parte della famiglia Toccafondi ("Ma nessun pratese si è fatto avanti anche in quel caso" ha ricordato recentemente Paolo Toccafondi così la società è passata all’imprenditore romano Stefano Commini).

Milone chiama in causa il Comune perché la squadra di calcio è un bene e un valore cittadino, un simbolo. E non "riguarda solo l’aspetto squisitamente sportivo". E’ una bandiera di Prato città e con la società il suo stadio, il Lungobisenzio.

"L’amministrazione comunale continua anche su questo terreno a fare scena muta, perché?" si chiede l’ex assessore. "Questa giunta potrebbe attivarsi, come ho fatto io durante quel periodo, per trovare acquirenti su Prato, ovvero cercare di formare una cordata di imprenditori che tenta quantomeno di riportare la squadra in serie C". E comunque "la giunta comunale potrebbe dare un primo segnale investendo sul Lungobisenzio anche perché l’investimento sullo stadio va di pari passo con il cercare una nuova proprietà". Potrebbe essere "un segnale per chi volesse investire nel calcio". L’esempio e la stella polare è l’Empoli: "Il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, è un esempio da seguire perché non mi pare che sia un magnate tale da investire milioni nel calcio. È una persona che lo sa fare. Ripeto e concludo, portare il Prato in serie C è il minimo che questa città e tifosi meritano. L’amministrazione comunale cominci a fare la sua parte".

Luigi Caroppo