REDAZIONE PRATO

"Isolati nella zona rossa non vediamo piú clienti"

Il racconto della parrucchiera del Fabbro nel comune di Cantagallo "Chi veniva da Vaiano e Vernio, vicinissime a noi, ora non puó piú farlo"

Un periodo duro per tutti, con un prevedibile calo di consumi e di fatturato anche per le attività che sono rimaste aperte. Al Fabbro, sottofrazione di Usella lungo la Sr325, nel Comune di Cantagallo, le avversità sono doppie: alla paura per la situazione sanitaria e al rispetto delle norme, che suggeriscono di uscire da casa solo per necessità, si unisce la posizione sfortunata del borgo, incuneato, fra altri due Comuni, Vaiano e Vernio. Le attività nella piccola frazione, costrette a lavorare solo con clienti dello stesso Comune, hanno segnalato la criticità. "Da quando siamo entrati nella zona arancione – spiega Tiziana Santini, una delle titolari del negozio di parrucchiere a Il Fabbro – abbiamo smesso di lavorare. Le nostre clienti sono soprattutto di Vaiano e di Vernio e quindi non possono venire. La stessa cosa è successa alla macelleria accanto a noi". Da qui un appello al prefetto di Prato, facendosi forza della decisione dell’omologo di Brescia: nella provincia lombarda, infatti, il prefetto ha dato "con riferimento alle attività connesse ai servizi alla persona, la possibilità di recarsi anche presso un esercizio ubicato al di fuori del Comune di residenza, a condizione che i professionisti assicurino l’afflusso contingentato della clientela". "Siamo in pochi chilometri – aggiunge Santini – divisi in tre piccoli comuni, cosa che penalizza incredibilmente attività come la mia, che ha cinque dipendenti regolarmente assicurati e che così rischiano il posto di lavoro. Nella nostra frazione ci sono attività dichiarate essenziali e quindi aperte ma che di fatto non lavorano per questo motivo. Visto che è possibile spostarsi da un comune all’altro per andare al supermercato, non riusciamo a comprendere perché lungo il percorso, una persona non possa fermarsi dalla parrucchiera che utilizza tutti gli accorgimenti anti Covid". Una settimana fa anche i sindaci della Vallata avevano posto un quesito al Prefetto, in merito agli spostamenti. " Come sindaci della Val di Bisenzio - come ricorda il presidente dell’Unione dei Comuni, Guglielmo Bongiorno – abbiamo sollevato la questione degli spostamenti con una lettera al prefetto e il tema è stato oggetto di confronto al tavolo della Prefettura con la conclusione che non sono possibili deroghe alle norme nazionali". Guglielmo Bongiorno, Primo Bosi e Giovanni Morganti avevano avanzato la richiesta di valutare l’ipotesi di considerare la Val di Bisenzio come un’unica area, con il fine di agevolare le forze dell’ordine nel controllo del territorio e di ridurre al minimo l’esigenza di spostamenti verso centri urbani con maggiori servizi.

Claudia Iozzelli