"Quando all’inizio del 2014 venne varato il Piano Lavoro sicuro, che su incarico della Regione da allora coordino, la priorità e l’urgenza erano rappresentate dall’insicurezza - sottolinea Renzo Berti - . Le morti nel rogo del Teresa Moda scaturivano da una tragedia annunciata vista la gravità e la diffusione delle carenze in materia di sicurezza. A distanza di dieci anni possiamo dire che sotto questo profilo c’è stato un notevole miglioramento". Le aziende in regola, "pur avendo progressivamente esteso i parametri di controlli", sono "più che triplicate", i loculi dormitorio "sono molto più rari", così come gli impianti elettrici "fuori norma". Importanti passi in avanti "dei quali non possiamo però accontentarci" sottolinea Berti. "Occorre ancora perseverare affinché si affermi una vera cultura della responsabilità che, a ben vedere, è la vera e migliore garanzia per la prevenzione dei rischi". Secondo il direttore del Dipartimento Prevenzione sono almeno altri due i temi fondamentali per l’affermazione della legalità: l’evasione economica e lo sfruttamento dei lavoratori. "L’analisi condotta dall’Agenzia delle Entrate dette conto di un netto incremento nel pagamento delle tasse sul reddito da parte delle imprese controllate. Si parlò di un effetto indiretto dei controlli sulla sicurezza". Sullo sfruttamento "abbiamo costituito come Asl, su input della Procura, un apposito nucleo ispettivo che in questi anni ha sviluppato un lavoro importante per l’applicazione dell’articolo 603 bis del codice penale". Anche secondo Berti però c’è ancora molto da fare e ben venga un potenziamento dei controlli.
Il percorso del Piano Lavoro sicuro procederà almeno sino alla fine del 2025. "Possiamo già dire che quest’anno sarà superato l’obiettivo delle 750 imprese da ispezionare nell’area pratese" annuncia Berti. "Un modo per non arretrare nei risultati sin qui ottenuti, ma anche per continuare a raccogliere informazioni preziose affinché siano sviluppate analisi e verifiche dagli enti in campo". Un modo concreto per tutelare, insieme alla sicurezza dei lavoratori "anche la parte sana della produzione locale da contaminazioni, concorrenza sleale e dal rischio sempre in agguato che si faccia di tutta l’erba un fascio".
Certo è, come si vede dai dati qui sotto, che la partecipazione degli ispettori del lavoro nel gruppo interforze è stato altalenante e comunque ridotta nel tempo. Adesso ai livelli minimi.
La deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta annuncia che il rafforzamento degli organici ci sarà perché "lo Stato a Prato c’è ed anche la presenza della commissione d’inchiesta sul lavoro in Prefettura ne è una dimostrazione". "Dalle audizioni delle forze dell’ordine da parte della commissione è emersa la certezza di un aumento di personale sul territorio previsto nelle prossime settimane, segno di attenzione massima da parte del governo per le esigenze di sicurezza". Un’attenzione assicurata "anche dal ministero del Lavoro, attraverso il prossimo incremento del personale dell’Inl; aumento che dovrebbe essere garantito anche per quanto riguarda il numero degli ispettori Asl, che è di competenza della Regione Toscana, ipotesi non emersa e che, invece, ci auguriamo sia presa, con urgenza, in esame". Di certo, ribadisce La Porta " c’è che la sacca di illegalità più radicata nel nostro territorio è quella legata alla comunità cinese come ribadito in commissione". Si tratta "di un passo in avanti deciso che il sistema del distretto parallelo, che inquina la nostra economia sana, si stia finalmente delineando e che tutti i livelli istituzionali siano al lavoro per il ripristino della legalità" conclude.
Luigi Caroppo