ALESSANDRO BELARDETTI
Cronaca

Un italiano a Las Vegas: “Io, croupier al Bellagio. Do le carte a rockstar e vip”

Lorenzo Tronci, toscano di 32 anni, è entrato negli Usa con la green card. “Ho visto perdere al tavolo anche 17 milioni di dollari in una notte”

Lorenzo Tronci, 32 anni, originario di Prato, in divisa da croupier al casinò Bellagio di Las Vegas

Lorenzo Tronci, 32 anni, originario di Prato, in divisa da croupier al casinò Bellagio di Las Vegas

Roma, 15 dicembre 2024 – Lorenzo Tronci, 32 anni da Prato: lei è l’unico croupier italiano a Las Vegas?

"In realtà siamo in cinque, ci troviamo ogni settimana per mangiare la pizza. Con me c’è Alessio Noviello da Ercolano, poi ragazzi da Milano, da Livorno e dal Friuli".

Quando è arrivata l’offerta del Bellagio cosa ha pensato?

"Dopo la scuola, mi ero trasferito in Inghilterra, poi ho girato l’Europa. Ho assimilato le basi del gioco d’azzardo, come si sta al tavolo e come si danno le carte. A quel punto ho vinto la lotteria della Green Card e così mi si è aperto un mondo: con il mio bagaglio tecnico potevo direttamente arrivare al top, nei casinò di Las Vegas. E dal 2018 sono qui".

Quali vip ha fatto giocare?

"Per la privacy non lo posso rivelare. Ma da qui passano calciatori famosi, ex politici che soggiornano negli hotel, artisti che fanno concerti o performance varie".

Cosa le viene vietato per contratto?

"Tecnicamente non posso lavorare per altre compagnie e devo mantenere un look decente, ma i sacrifici sono pochi. La barba generalmente non si tiene, tatuaggi e piercing non sono permessi. Mentre sugli orecchini c’è una recente apertura".

Quante ore lavora alla settimana?

"Avendo deciso di restare part-time, o faccio 24 ore in tre giorni o 32 ore in quattro giorni. Poi coltivo l’altra mia passione: sono pilota di aerei privati, i Cessna".

Quale è stato il tuo incasso record con le mance in una serata?

"Centomila dollari, ma alla fine le mance vanno divise coi colleghi".

Il neo presidente Trump ha promesso di detassare le mance, per voi sarebbe una novità decisiva?

"Anche Kamala Harris aveva promesso di detassarle, ma io ho votato per Chase Oliver, che sapevo un voto nullo. Sinceramente non mi piacevano né il candidato repubblicano né quella democratica".

Che aria si respira ora?

"Molto divisiva. Gli Stati Uniti con Trump si sono spaccati, non è il massimo".

In una singola serata qual è la cifra massima che ha visto bruciare da un giocatore?

"Diciassette milioni. Diciamo che era una serata sfortunata. Ma quel cliente sono certo che quei 17 milioni se li riprenda in una giornata di lavoro, senza problemi".

Dall’Italia all’America ha fatto un balzo di stipendio notevole.

"Diciamo che il reddito medio italiano di un operaio in fabbrica è noto, io l’ho almeno quadruplicato. E il costo della vita è comparabile con quello in Italia. Almeno la quotidianità, perché – certo – la vita notturna costa molto di più".

Quanto guadagna un croupier come lei?

"A Las Vegas, il massimo livello al mondo per questo settore, la paga full-time è di circa 100mila dollari all’anno".

Prima era operaio con uno stipendio medio-basso, ora può togliersi diverse soddisfazioni: quale consiglio vuole dare alle persone che tengono stretto il posto fisso a costo di esperienze nuove?

"Se vuoi puntare in alto, devi muoverti. Poi quando ti volti indietro, ti rendi conto di quanto era pericoloso stare fermo. L’Italia non rappresenta il mondo, altrove ci sono molte più possibilità. L’Italia è un caso a parte, all’estero le cose funzionano spesso meglio. I miei genitori mi diedero del matto quando me ne andai, ma ora mi danno ragione. Ho lasciato casa e il posto fisso per inseguire un mestiere che in Italia non esiste. Ma il mio sogno sarebbe fare il croupier in Italia".

Dove, però, il gioco d’azzardo resta un tabù.

"In Italia c’è tutto, siete seduti su una miniera d’oro. Basti pensare che il Nevada con 40 milioni di turisti annui ha costruito un impero dove ogni giorno un solo Casinò sulla Strip incassa 4 milioni di dollari. L’Italia, invece, con 90 milioni di vacanzieri crea solo l’overtourism. Avere un casinò in Italia, super controllato e con regole rigide, dovrebbe essere naturale. Per evitare i rischi della ludopatia, il gioco d’azzardo deve essere vietato ai residenti".

Quali truffe ha scoperto nella sua esperienza?

"Contare le carte è ancora in voga, qualcuno ci prova ma i dealer hanno troppa esperienza per consentirlo. Con le telecamere e i sorveglianti è difficile rubare. Una volta ho visto un ladro di chip, aveva il nastro biadesivo attaccato nella camicia. Sono stati scoperti giocatori con la telecamera nel polsino per tagliare le carte. Comunque, le truffe nei casinò sono un tema più da film".