REDAZIONE PRATO

"Ius scholae, la svolta parta da qui". L’appello di Romagnoli e Nieri

Ex sindaco ed ex assessore: "Alla Guasti il 70% di immigrati, alla Mascagni l’81%. Prato conduca la battaglia"

Alunni in. classe alla Cesare Guasti, con la Mascagni la scuola più multietnica

Alunni in. classe alla Cesare Guasti, con la Mascagni la scuola più multietnica

Prato è la città italiana con il maggior numero di cittadini immigrati: 196mila abitanti, di cuiquesti oltre 49mila immigrati (sono i dati ufficiali cui occorre aggiungere gli irregolari). Un pratese su quattro ha provenienza da altri paesi. Si tratta di una popolazione con un’età media notevolmente inferiore rispetto a quella dei pratesi da più generazioni, famiglie che in genere hanno un maggior numero di figli, anche se negli ultimi anni sono andati diminuendo. Come negli anni dal 1950 al 1970, gli immigrati sono diventati una risorsa per l’economia locale, rimpiazzando gli italiani nei lavori meno graditi. I figli degli immigrati sono una presenza ancora maggiore nelle scuole. Nelle elementari sono 3.076 su 8.672, pari al 35,5%, alla Guasti sono oltre il 70%, alla Mascagni addirittura l’81%. Nelle medie inferiori sono 2.122 su 5.909, pari al 35,9%, con punte dell’83% alla Mazzei e del 62% alla Buricchi. Alle superiori le presenze scendono: gli studenti stranieri sono 2.685 su 12.169, pari al 22% (sono però il 32% negli istituti professionali) per effetto degli inserimenti al lavoro più precoci, ma sono numeri destinati a crescere. A parte le problematiche scolastiche legate agli inserimenti di studenti di più recente immigrazione (in primis la conoscenza della lingua), si tratta di 7.883 studenti che nel loro percorso acquisiscono la cultura del nostro paese, spesso molto distante da quella della famiglia. Sono giovani italiani a tutti gli effetti, con i pregi e i difetti di qualsiasi altro giovane del nostro paese o, se preferite della nostra Prato, con valori, conoscenze e atteggiamenti simili, che li portano spesso a dimenticare il loro paese di origine e a porsi in contrasto con i genitori, rimasti legati a tradizioni e storie diverse. E’ un percorso che non può essere ignorato, non riconoscerlo è una vera ipocrisia ideologica che li condanna a rimanere in un limbo in cui non si riconoscono: italiani per cultura ma stranieri per provenienza. Prato ha bisogno di una legge che metta fine a questa assurdità e, se i tempi per lo ius soli, a causa di una classe politica miope, non sono maturi, ben venga lo ius scholae.

Scrivere nuove regole e attuare politiche efficaci in grado di garantire inclusione scolastica e culturale, ridurre il più possibile il divario educativo di ragazzi con background migratorio è da anni uno degli obiettivi su cui si sono impegnate anche a Prato le istituzioni. Occorre fare fronte comune per una svolta importante, per questo chiamiamo ad un impegno le forze politiche, il sindacato, le istituzioni e l’associazionismo presente in città per far sentire la voce di Prato multietnica. Perché questo dibattito sulla cittadinanza in atto a livello nazionale non si spenga in un niente di fatto.

Sabrina Nieri

Marco Romagnoli

Sinistra civica ecologista