Miaomiao Huang
Cronaca

L’amore per Prato del volontario Hu "Aiutare mi fa sentire importante"

La storia di uno dei tanti cittadini orientali che nel periodo della pandemia hanno deciso di rendersi utili "Ho un fuoco dentro che mià dà la spinta per mettermi a disposizione delle persone più deboli"

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Durante questi mesi si è parlato molto di solidarietà. Ed effettivamente se c’è una cosa bella in tutta la tragedia che abbiamo vissuto e che molti stanno ancora vivendo è sicuramente la mole di iniziative solidali che sono state messe in campo. Iniziativdi tanti genreri: le iniziative spontanee di semplici cittadini, quelle delle associazioni di volontariato, quelle imprenditoriali e via discorrendo. E sicuramente anche la comunità cinese di Prato ha fatto la sua parte in questa direzione. Dalla distribuzione massiccia delle mascherine, fino al reperimento dei dispositivi di protezione per il personale sanitario, i cinesi della provincia sin dall’inizio della pandemia hanno voluto dimostrare la loro vicinanza alla città in questa sfida.

Oltre alle tante belle cose che hanno fatto le associazioni istituzionali cinesi, di cui si è ampiamente discusso, c’è stato e c’è ancora tutto un meccanismo di solidarietà informale che viaggia su altri canali, coinvolgendo le nuove generazioni. Ed è particolarmente significativa la storia di Hu Xuanxin, un giovane ragazzo di 24 anni che vive a Prato da quando ne aveva più o meno sette. Hu dal 2013 è un volontario della Pubblica Assistenza L’Avvenire di Prato e dallo scorso anno è anche un volontario della Protezione Civile. "Ho iniziato a fare il volontario quando ero molto giovane - racconta - Sentivo come un fuoco dentro che mi ha dato la spinta a mettermi a disposizione delle persone più deboli. E io che sono giovane mi sono detto: come posso dare una mano concretamente alla mia città? E mi sono risposto che la soluzione migliore era quella di iniziare a far qualcosa per gli altri". E Hu, come tanti suoi coetanei, in questi mesi ha davvero fatto la sua parte. Talvolta anche prendendosi ferie dallo studio medico Etrusca per cui lavora.

"Con la Protezione Civile abbiamo imbustato e portato le mascherine nelle abitazioni dei pratesi - continua nel suo racconto - Ho spesso avuto modo di confrontarmi con le persone, non solo con i cinesi. E quello che mi ha colpito di più è stato accorgermi di quanto per tutti fosse importante, anche attraverso i piccoli gesti, l’idea di non sentirsi lasciati soli. Me ne sono accorto quando abbiamo appunto distribuito le mascherine e quando abbiamo fatto i giri in ambulanza. L’idea di poter contare sulla forte rete di volontariato della città per molti è stato davvero importante". E sicuramente i ragazzi come Hu dimostrano sempre di più che c’è una grande voglia dei giovani cinesi di partecipare e di rendersi utili. "Sì, anche perché - conferma lui - qui abbiamo ormai le nostre radici e per questa città vogliamo essere importati". E se la pandemia non ci ha reso tutti migliori ha quantomeno fatto emergere tante cose belle. E queste sì, danno sicuramente tanta speranza.