La Camerata oggi in piazza Duomo. Nel segno della pace e dell’armonia

Il tradizionale concerto a ingresso libero con le note di Beethoven. E le dita incrociate per il meteo

La Camerata oggi in piazza Duomo. Nel segno della pace e dell’armonia

Jonathan Webb stasera alla guida della nostra orchestra Foto Biagini

Con le dita incrociate e la speranza che il meteo sia clemente: domani sera alle 21 la Camerata torna in piazza Duomo diretta da Jonathan Webb. Da 15 anni il grande concerto ad ingresso libero si trasforma ogni anno in un caloroso abbraccio fra l’orchestra della città e il numerosissimo pubblico. Il programma di quest’anno è incentrato su Beethoven, con la celeberrima Sinfonia Eroica introdotta da l’Ouverture de Le creature di Prometeo. "Sinfonia grande, intitolata Bonaparte", questo era il nome che Beethoven aveva pensato nel 1804 per la sua terza sinfonia. È noto l’aneddoto secondo il quale il sommo musicista sarebbe montato su tutte le furie all’apprendere che Napoleone si era incoronato imperatore. Avrebbe gridato: "Anch’egli non è altro che un uomo comune! Ora calpesterà anche lui tutti i diritti umani, si porrà più in alto di tutti, diverrà un tiranno!". Dopodiché, avvicinatosi al suo tavolo di lavoro avrebbe preso il primo foglio della nuova Sinfonia Bonaparte e lo avrebbe lacerato in mille pezzi. Così il titolo della Terza divenne "Sinfonia eroica composta per festeggiare il sovvenire d’un grand’uomo".

Perché celebrare la festa più cara ai pratesi con una Sinfonia che per la prima volta fece entrare nella musica le cannonate della storia e il sangue delle rivoluzioni? Perché quelle cannonate e quel sangue sono tornate di tragica attualità ma soprattutto perché Beethoven le mette in scena con un messaggio di speranza e di fiducia in una ritrovata concordia del genere umano. Per il compositore, prima che si trasformasse in tiranno, il generale e primo console della Repubblica francese nata dalla rivoluzione era il simbolo di un’imminente universale vittoria di libertà, eguaglianza e fratellanza.

Il punto di partenza del musicista nell’affrontare quest’opera celebrativa fu la sequenza di note che fa da fondamento all’ultimo tempo, Allegro molto, in forma di variazioni. Quella semplice formula musicale Beethoven l’aveva già utilizzata e proveniva dall’ultima scena del Balletto Le Creature di Prometeo op. 43. Nel Balletto, quel tema si fonde a una melodia di contraddanza, ripresa nell’Eroica e accompagna l’apoteosi finale di Prometeo, il mitologico titano che conduce gli uomini verso la civiltà con la forza dell’armonia e dell’arte. Nel mito antico, Prometeo è anche colui che ruba il fuoco agli dei dell’Olimpo e lo dona all’umanità, permettendole d’iniziare la sua evoluzione sociale e materiale. Beethoven intese pertanto creare un’equazione allegorica fra Prometeo e Bonaparte, il benefattore del mondo moderno che porta ai popoli il fuoco della Libertà.

E anche il finale della Sinfonia riveste una carica simbolica: una briosa contraddanza, sulle cui note borghesi e patrizi si intrecciavano, grazie alle figurazioni che imponevano uno scambio vivace dei partecipanti. Un moderno simbolo di concordia sociale.