Sconvolti, increduli, talmente stupiti dalle accuse mosse a don Francesco da non credere al racconto del giornalista. Poi, col passare dei minuti, la voce dell’arresto del sacerdote si diffonde in tutto il quartiere, in piazza intorno alla Guglia si radunano decine di persone, e diventa tutto un rincorrersi di voci. Qualcuno, apprendendo quanto contestato dalla procura a don Francesco, riesce a darsi una spiegazione del perché da qualche tempo non riuscisse più a mettersi in contatto col prete. Altri preferiscono non parlare, troppo dispiaciuti e preoccupati per il discredito che può essere gettato intorno all’intera parrocchia dell’Annunciazione a causa di questa vicenda. A proposito della chiesa, le porte ieri mattina erano regolarmente aperte. All’interno, però, regnavano vuoto e silenzio. Tutto in ordine, ogni cosa al suo posto. Anche i gel per la sanificazione delle mani erano stati appena riempiti, segno che l’attività parrocchiale stava proseguendo con regolarità. Poi, il fulmine a ciel sereno della notizia dei domiciliari a don Spagnesi. Nell’arco di due ore in chiesa entra solo una donna, accende un paio di ceri, sistema alcuni oggetti e va via. Non ha voglia di parlare, come nessuno nella Castellina. Nemmeno coloro che non frequentavano la vita della parrocchia, perché la storia è troppo delicata per metterci la faccia. Vicino alla chiesa non si nota anima viva. A ora di pranzo non viene nessuno a chiudere le porte dell’Annunciazione come invece consuetudine. Ma sui social e nelle chat scorrono fiumi di parole. Tanti scrivono di "non riuscire a credere" a quanto successo al sacerdote, altri ripercorrono i momenti vissuti in parrocchia, l’impegno sociale e per le piccole opere di restauro della chiesa dell’Annunciazione. Qualcuno racconta di avere visto un cambiamento negli ultimi tempi nel prete, ma che mai si sarebbe aspettato questo. Se la chiesa ieri mattina era regolarmente aperta, spostandosi sul retro e andando verso la canonica tutto era completamente sbarrato. Le serrande dell’abitazione di don Francesco abbassate fino in fondo, senza lasciare passare nemmeno uno spiraglio di luce. Il cancello che dà accesso al citofono della canonica chiuso a chiave, quasi un invito a non provare nemmeno a mettersi in contatto col prete.
Stessa situazione nei locali della parrocchia, chiusi a chiave e nessuno a rispondere al campanello. La vita parrocchiale all’Annunciazione sembrava essersi fermata, come se nella comunità ci fosse bisogno di un momento di riflessione per metabolizzare l’accaduto, per poi provare a ripartire. Il colpo è stato duro e gli arresti domiciliari a carico di don Francesco hanno colto di sorpresa l’intera comunità della Castellina.
Stefano De Biase