di M. Serena Quercioli
L’adorazione eucaristica continua senza sosta, anche di notte, nel chiesino di San Paolo e sempre più fedeli si avvicinano a questa forma di preghiera e raccoglimento. Va avanti così da 13 anni, senza soluzione di continuità, ma ora il rito ha una particolarità in pù, visto che in epoca di coprifuoco durante la notte nemmeno volendo si può uscire dalla chiesa: chi entra alle 22 esce solo alle 5 del mattino dopo. Sette ore di preghiere ininterrotte pur di non spezzare la catena di sacrificio e spripiritualità. I decreti ministeriali anti Covid hanno di fatto rivoluzionato questa pratica che va avanti, ininterrotta, dal 2008 e di conseguenza il calendario degli adoratori. L’adorazione si svolge 24 ore su 24 con turni prestabiliti, e ingresso libero. Quando tutta Italia, la scorsa primavera, era finita in zona rossa un adoratore di San Paolo venne sanzionato per violazione del coprifuoco. E’ da quel momento che è stata presa la decisione di cambiare l’organizzazione delle preghiere. Chi entra alle 22 esce alle 5 del mattino successivo e in media sono due o tre le persone che trascorrono la notte all’interno della chiesa anche se in clauni frangenti si può arrivare anche a dieci fedeli. Don Guglielmo Pozzi, il parroco, alla bella età di 87 anni è lì ogni notte e si concede solo una piccola pausa in sacrestia dove ha collocato una brandina. E’ lui l’anima e il cuore dell’adorazione perpetua ed è stato lui a crescere una decina di fedeli che si occupano di coordinare i turni e accogliere i nuovi adoratori. "Da novembre – spiega Cristina Vannini, una delle coordinatrici – ci siamo dati questa nuova organizzazione a staffetta e siamo rimasti sorpresi dalle tante adesioni ricevute. Nell’arco della giornata contiamo circa 100 adoratori più alcune persone disponibili a chiamata, quando le circostanze lo richiedono. L’età media degli adoratori va dai 40 ai 60 anni ma ci sono anche coppie di fidanzati, giovani e ultraottantenni". Per il chiesino di San Paolo l’adorazione coinvolge durante l’anno quasi 500 persone, alla Sacra Famiglia (altra chiesa di Prato dove si svolge l’adorazione perpetua) siamo intorno alle 350 persone. E infine c’è l’adorazione di Usella.
Il fatto positivo è che il numero dei partecipanti non solo si sta consolidando, ma aumentano anche le persone che prendono il loro impegno settimanale. "Un buon numero di uomini e di donne - commenta don Pozzi - vengono negli orari più vari senza nessuna prenotazione per qualche momento personale di adorazione. Molte volte, quando è presente il sacerdote, le persone chiedono il sacramento della confessione. Rivolgiamo a tutti l’invito ad aderire con la personale presenza a questa missione scegliendo le ore che devono ancora essere coperte o quelle in cui magari è prevista la presenza di un solo adoratore". L’impegno può essere anche di un’ora alla settimana, spinti da tante motivazioni: quando siamo nella gioia più profonda o nel dolore più acuto; quando abbiamo la pace nel cuore o quando l’angoscia ci opprime; quando si hanno energie e quando non ce la facciamo più. Cristina è sposata, con quattro figli, lavora ed ha scelto di partecipare a questo tempo di silenzio: "Ci teniamo a mantenere l’adorazione al Signore giorno e notte, senza interruzione, perché la sentiamo come una missione, una missione che facciamo stando in ginocchio. Lo facciamo anche per tutti coloro che non possono farlo, o che non credono, o che non vogliono. Diamo la nostra disponibilità ma in realtà non è tanto che diamo quanto invece quello che riceviamo. Per avvicinarsi all’adorazione perpetua è possibile consultare il sito web adorazioneperpetuaprato.itvieni-con-noi.