REDAZIONE PRATO

"La chiusura di Ponte all’Asse ci penalizza"

Ieri la nuova viabilità con il transito consentito solo ai residenti. I commercianti: "Se c’è meno passaggio, i clienti diminuiscono"

Le transenne non ci sono più, i cartelli di divieto d’accesso sono stati collocati e in via Vittorio Emanuele II ieri mattina la polizia municipale era già presente per controllare gli accessi dei veicoli provenienti da Firenze. A Poggio a Caiano, da ieri, sul ponte all’Asse possono salire solo i residenti e coloro che hanno attività (titolari o dipendenti) sul territorio. Tutti gli altri sia per entrare a Poggio sia per raggiungere Carmignano, Seano, Pistoia devono percorrere la bretella di Sant’Angelo a Lecore e il ponte al Mulino. Da Poggio invece tutti possono uscire in direzione Firenze. A Ponte all’Asse ci sono numerose attività commerciali, fabbriche e abitazioni e per molti i disagi sofferti fino a ora saranno definitivi. "A mio avviso – dice Paolo Bacchereti, titolare del ristorante Tramway – è stato commesso un abuso. Tutti noi di questa zona a Poggio abbiamo il medico di base, la chiesa, le farmacie, l’edicola e dobbiamo fare un giro di due chilometri per entrare? Ci hanno chiusi in una gabbia e mi chiedo come sia possibile che questa decisione, presa su una strada provinciale, abbia avuto il benestare dei Comuni di Campi e Signa". A pochissimi metri dal ponte c’è il negozio di abbigliamento giovane Red Room aperto nel 1960: "Proprio stamani (ieri, ndr) – dice Luciana Tempestini, la titolare – sono andata a parlare con i vigili e con l’assessore Mari. Questa decisione è per eliminare l’inquinamento ambientale dal centro di Poggio mi hanno detto. Ma si rendono conto che il commercio era già in difficoltà e in questo modo creano un ulteriore deserto?".

Dalla rotatoria di Sant’Angelo sino a Ponte all’Asse c’è un piccolo microcosmo di negozi che deve puntare tutto sulla fidelizzazione dei clienti. In via De Amicis, Kashan è un signore egiziano titolare da 6 anni della pizzeria "Da Ciccio" e questo cambiamento ha penalizzato il suo lavoro: "La sera tanta gente di ritorno da Firenze si fermava a prendere la pizza o piatti da asporto, anche perché passando ci vedeva. Il lavoro è sempre meno e siamo delusi". Sopra la pizzeria abita Mohamed Reda, originario del Marocco: "I miei tre figli frequentano le scuole a Poggio e faccio tre viaggi al giorno, perché alcuni orari di uscita sono diversi e per tre volte devo fare 2 km per entrare? Non siamo cittadini di seri B".

M. Serena Quercioli