Una associazione culturale italo-cinese per favorire sia l’istruzione che la legalità. Nasce a Prato dall’idea di Shuangjian Hu detta Giulia, maestra cinese che ha fondato il primo asilo e la prima scuola elementare trilingue "L’isola felice" in via Paolini. Il progetto ha un doppio obiettivo: informare gli imprenditori cinesi sulle regole che sono in vigore in Italia e aiutare gli studenti a diventare cittadini di una società partecipativa. Giulia in Italia ha frequentato un master in risorse umane e lavora anche come consulente per aiutare le aziende a selezionare, assumere il personale e operare in sicurezza. Non ha scelto un mestiere facile perché il tema "risorse umane" fra i suoi connazionali non ha grande valore, fatta eccezione per alcune realtà aziendali piuttosto consolidate. "Quando ho letto dei recenti incendi al Macrolotto – spiega Giulia – ho capito che è arrivato il momento di presentare il mio progetto sulla legalità. La nostra associazione, nata pochi mesi fa, vede associati italiani e cinesi insieme, ognuno con le proprie competenze". Fra i promotori dell’associazione c’è anche Lorenzo Di Vecchio, ex comandante della polizia municipale di Campi, con esperienza anche al Comune di Prato ed esperienza di rapporti con la comunità orientale. "L’associazione – prosegue Giulia – attraverso incontri e assemblee si propone di illustrare le regole imperanti in Italia nei rispettivi ambiti normativi: elusione ed evasione fiscale, reati tributari, riciclaggio e autoriciclaggio, nozioni di diritto del lavoro e della previdenza sociale, legge fallimentare, principi inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ci proponiamo di fare chiarezza su questi aspetti e spiegare cosa sono la carta costituzionale, lo Statuto dei Diritti del Contribuente, le sanzioni per l’elusione fiscale, cosa si rischia con l’emissione di fatture false e col reato di riciclaggio o auto riciclaggio" Per quanto riguarda la scuola, l’associazione opererà sul fronte interculturale: "La proposta operativa – prosegue Giulia – è quella di favorire l’inserimento dei bambini, figli di immigrati, nella scuola d’infanzia, agendo sia sul fronte dei genitori, attraverso una informazione chiara e plurilingue dell’importanza della scuola nei piccoli che sull’identità ambientale dei locali ospitanti le attività ludico-didattiche. In questa logica, gli insegnanti devono avere una formazione finalizzata all’osservare e accompagnare lo sviluppo linguistico dei bambini, intervenendoo efficacemente nelle situazioni di criticità per evitare l’isolamento e consentire a tutti di prendere la parola".
M. Serena Quercioli