REDAZIONE PRATO

La crisi degli uffici postali: i conti non tornano

I portalettere passano da 103 a 75, saldo negativo dietro gli sportelli: lo dice la Cgil. Che chiede al sindaco di fare pressione sui vertici dell’azienda

Migration

Dopo avere aperto la procedura di conflitto sul lavoro che comporta lo stop agli straordinari e a tutte le prestazioni aggiuntive, il sindacato Cgil delle Poste fa appello al sindaco Biffoni, nonché presidente di Anci Toscana, per cercare di aprire una trattativa con l’azienda. I numeri d’altronde, come raccontato dalle rappresentanze sindacali unitarie di piazza Mercatale, non tornano. I portalettere sono passati da 103 a 75 e le zone scoperte vengono servite grazie a straordinari e a personale precario che ha quasi raggiunto il 40% della pianta organica. Dietro agli sportelli, invece, nel 2021 c’è stato un saldo negativo di 17 unità fra chi è andato in pensione e chi è stato assunto. "Basta leggere i numeri per rendersi conto che il sistema in questo modo non può reggere a lungo", spiega Marco Vesigna, rsu della Cgil Poste. "Oggi in provincia di Prato mancano 20 portalettere e 15 sportellisti. Il personale è in seria difficoltà ed è logico che la qualità del servizio sia in costante peggioramento. Senza dimenticare i limiti tecnologici con sistemi vecchie e linee che non reggono la connessione". Poste già nei giorni scorsi aveva replicato alla Cgil annunciando un piano di assunzioni sia di portalettere che di sportellisti, ma secondo il sindacato le carenze di organico sono già state stilate tenendo conto delle assunzioni promesse. "Ci appelliamo al sindaco perché speriamo che una sponda istituzionale ci possa aiutare nelle trattative con l’azienda", prosegue Vesigna. "Qualcuno dovrebbe spiegarci perché ci sono disparità fra le varie regioni. In provincia di Cuneo, ad esempio, nel 2021 sono stati assunti 41 sportellisti, più di tutti i nuovi ingressi dell’intera Toscana. Quindi come funziona? Le risorse ci sono solo per alcuni territori". La Cgil fa pure un’analisi degli uffici più in difficoltà. "In assoluto quelli che soffrono di più sono gli sportelli che garantiscono sia l’apertura mattutina che quella pomeridiana", aggiungono da piazza Mercatale. "Fra le filiali più in affanno mi vengono da citare gli sportelli di Iolo e Montemurlo, ma purtroppo la situazione è molto diffusa in tutta la provincia". I rallentamenti nell’erogazione dei servizi alla clientela, secondo la Cgil, hanno causato anche un’esasperazione dei toni nell’utenza. Tanto che il sindacato ha già contato una decina di aggressioni in tutta la provincia pratese negli ultimi mesi. Scontri per lo più verbali, ma in alcune circostanze talmente accesi da dovere richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. "Noi capiamo bene le motivazioni della clientela, perché noi stessi ci rendiamo conto del peggioramento del servizio", sottolinea Vesigna. "Ma fare più di così è fisicamente impossibile. Fra carenza cronica di personale e pressioni commerciali, svolgere questo lavoro sta diventando sempre più complicato. Pensate solamente a questi neo assunti che restano per tre mesi in azienda, vengono dirottati da un quartiere all’altro e quando hanno un po’ compreso il mestiere si ritrovano a casa col contratto non rinnovato. Ogni volta così si riparte dall’inizio: si formano i neo assunti, gli si dà il tempo di capire come si lavora, e poi si mandano a casa. Un’assurdità". Poste Italiane replica comunque sostenendo che nel 2022 per tutta la Toscana sono previsti 105 ingressi, di cui 62 portalettere assunti a tempo indeterminato lo scorso 1° marzo, mentre 16 consulenti finanziari e 27 sportellisti verranno presi nei prossimi mesi.

Stefano De Biase