Un memorandum unitario con cinque punti per fronteggiare la crisi della moda e l’impegno a riunire una volta al mese il tavolo regionale del settore: il presidente Eugenio Giani ha concluso con questo duplice impegno il confronto di ieri con le parti sociali, gli amministratori, i parlamentari e gli europarlamentari toscani. Intanto Prato con il suo distretto continua a soffrire con piccole aziende della filiera, che iniziano a capitolare. Ed è per questo motivo che il tavolo regionale da un parte è stato apprezzato ma dall’altra ha lasciato un po’ di amarezza, specie tra gli invitati per la prima volta all’incontro, quali i parlamentari e gli europarlamentari.
"Bene che, finalmente, si sia tenuto in Regione Toscana il tavolo interistituzionale sulla crisi del settore moda. Come Fratelli d’Italia, accogliamo in modo attivo ogni proposta che possa essere utile a combattere un dramma economico sociale, che le istituzioni regionali hanno per troppo tempo sottovalutato e sul quale, seppur tardivamente, si è posta stamani (ieri, ndr) l’attenzione che speravamo, con il coinvolgimento di tutte le parti", ha affermato il deputato di FdI Chiara La Porta, presente al tavolo. E aggiunge che "siamo già al lavoro sugli emendamenti al decreto legge d’urgenza varato dal ministero del Lavoro in ottobre, che ha previsto otto settimane di cassa integrazione in deroga per le aziende artigiane del comparto al di sotto dei 15 dipendenti. L’esecutivo è già pancia a terra sui provvedimenti 2025 destinati al settore moda, facendo la propria parte per contrastare la drammatica situazione che migliaia di addetti stanno affrontando". Ed insiste: "Il decreto 160 è già attuativo dal 28 di ottobre, manca la circolare dell’Inps perché le otto settimane di cassa integrazione possano partire anche in modo retroattivo". Circolare che, peraltro, dovrebbe uscire nelle prossime ore dopo che l’Inps ha dovuto vagliare anche l’elenco dei codici Ateco inviati dalla Regione. "Se non si riesce a prolungare la ’cassa’ che termina il 31 dicembre, siamo pronti a fare emendamenti al Mille proroghe per attivare altre misure nel 2025", dice La Porta. Attacco frontale di Francesco Torselli, europarlamentare di FdI, invitato solo sabato sera "dopo che era stato fatto notare a Giani che gli europarlamentari erano stati tenuti fuori. Poi il presidente si è presentato coi consueti 40 minuti di ritardo, impedendoci la partecipazione da remoto".
Prato è stata presente con l’assessora Benedetta Squittieri (nella foto in basso): "Ai parlamentari abbiamo ripresentato i soliti punti sui quali ci stiamo battendo – afferma – C’è grossa preoccupazione sulla ’cassa’ perché non è ancora usabile per mancanza della circolare Inps. Il problema è che la crisi non si ferma e si annuncia più lunga, tanto che vanno trovati sostegni anche dal primo gennaio in poi". Le istanze del tavolo di distretto pratese sono ormai chiare: "Nel tessile ci sono dinamiche diverse. Si chiede aiuto per superare questo momento duro, altrimenti il rischio vero è di perdere pezzi di filiera".
Tra le associazioni di categoria c’era anche Moreno Vignolini, presidente nazionale di Confartigianato Moda. "E’ da apprezzare che la Regione voglia fare fronte comune su una crisi così dura, ma sono uscito amareggiato perché è emerso in maniera chiara il tema delle risorse risicate e limitatissime a sostegno della moda – commenta – Ciò implicherà una scelta tra le priorità ribadite anche oggi: per esempio, a che cosa si darà la precedenza alla cassa integrazione o al credito di imposta? E’ questo l’elemento preoccupante. Alla fine ci sarà una selezione naturale dove i più deboli pagheranno pegno. Il rischio è che questa folata di crisi destinata a continuare ancora possa danneggiare anche aziende meno vulnerabili, più organizzate e strutturate".
All’incontro ha partecipato anche l’onorevole Erica Mazzetti (Forza Italia), che ha sottolineato "come il tavolo, pur essendo un momento di confronto importante, deve essere riunito periodicamente e non si può arrivare da ultimo ad interagire con i parlamentari. Premesso che le risorse sono limitate, ora si sta lavorando su emendamenti ad hoc. Ho proposto di redarre un documento con le priorità ed i costi da far giungere al governo e a tutti i capigruppo parlamentari". E’ emersa la volontà di coinvolgere i grandi brand, ma "non si può stare ad aspettare solo i finanziamenti del governo. La Regione può attivare altri fondi. Bene lavorare insieme dai parlamentari italiani agli europarlamentari fino ai consiglieri. Il tutto per pianificare meglio a medio e lungo termine per il settore, senza ritrovarsi all’ultimo tuffo e con l’acqua alla gola per i troppi problemi". Per Fabio Berni, Cgil Toscana, "preoccupa la limitatezza delle risorse messe a disposizione dal Governo nazionale per agire sulle politiche industriali e sugli ammortizzatori sociali. E’ un discorso che vale in generale e rafforza le ragioni dello sciopero generale del 29 novembre proclamato da Cgil e Uil".
Sara Bessi