Il legame indissolubile tra i beni della Collezione della Galleria con Palazzo Alberti e con la città si tradurrà presto - Covid permettendo - nella riapertura dello spazio espositivo rinnovato dove i pratesi e gli appassionati di arte potranno godere a pieno delle prestigiose opere della quadreria, oggi di Banca Intesa. La sentenza del Tar Toscana del 2 novembre, come anticipato da La Nazione, ha messo fine alla battaglia andata avanti dal 2015 fra la Banca Popolare di Vicenza, che voleva smembrare la collezione, e la città intera che ha visto dalla stessa parte Ministero dei bene e delle Attività Culturali e Soprintendenza, Comune, Associazione Amici dei Musei e Fondazione CariPrato. Una notizia amplificata da un’altra bella novità. "Il nuovo allestimento a Palazzo Alberti, realizzato di concerto con Intesa Sanpaolo, è quasi ultimato – dice Andrea Pessina, dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Prato e Pistoia –. A breve la città riavrà le sue opere allestite in uno spazio bello e rinnovato". Per quanto riguarda l’inaugurazione, dopo la riapertura temporanea di settembre 2018 voluta dalla banca, "potrebbero esserci slittamenti per l’emergenza sanitaria": l’idea sarebbe di riaprire entro fine anno.
"Il risultato è frutto di un lavoro corale che ha visto impegnati insieme enti ed istituzioni affiancati da associazioni cittadine", dice il Soprintendente. Un fronte comune che ha visto insieme Ministero, Soprintendenza, Comune sostenuti dall’impegno dell’Associazione Amici dei Musei, dell’avvocato Mauro Giovannelli, di Isabella Lapi e Claudio Cerretelli, oltre che della Fondazione CariPrato. Con la sentenza del Tar il Palazzo degli Alberti è stato dichiarato "di interesse particolarmente importante e la relativa collezione della Galleria di Palazzo degli Alberti, come bene pertinenziale dell’edificio". Proprio per questo collegamento con la città, il ricorso di BpVi era stato notificato al Comune che si è difeso sostenendo le ragioni del Mibact e della Soprintendenza.
"Eravamo convinti, come amministrazione, che questo fosse l’esito più naturale perché quei quadri appartengono alla comunità di Prato e ora lo ha stabilito anche il tribunale – dicono il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore alla cultura Simone Mangani – . Il prossimo passaggio è rendere fruibili questi straordinari capolavori ai cittadini". Soddisfazione è stata espressa in prima battuta da Sergio La Porta, presidente dell’Associazione Amici dei Musei. "È una vittoria di tutti – afferma anche il presidente della Fondazione CariPrato, Franco Bini – siamo soddisfatti al pari degli altri soggetti istituzionali e privati che si sono adoperati, non solo in ambito giudiziario, per la tutela del patrimonio. L’impegno della Fondazione resta alto e la battaglia per la difesa di questi beni va avanti: c’è da individuare un percorso per la loro valorizzazione".
Sara Bessi