REDAZIONE PRATO

La grande sfida è un’altra cosa (storica)

Il derby stracittadino tra Zenith e Prato racconta di rivalità storiche e speranze per il futuro, con emozioni e tensioni palpabili tra le due squadre.

Il derby stracittadino tra Zenith e Prato racconta di rivalità storiche e speranze per il futuro, con emozioni e tensioni palpabili tra le due squadre.

Il derby stracittadino tra Zenith e Prato racconta di rivalità storiche e speranze per il futuro, con emozioni e tensioni palpabili tra le due squadre.

Eccoci al derby stracittadino fra Zenith e Prato, che se lo racconteranno le generazioni future, con la magia del Lungobisenzio, il vento che ti sgaruffa i capelli nella città "distesa dalle Fontanelle alla Retaia/quel monte che quando gli è coperto/si dice che il tempo fa culaia". Non è il derby del trullellera. Anche quello con la Pistoiese impallidisce al confronto. "Chi non salta/pistoiese è", era il coro del Lungobisenzio, cantato a Prato più dell’inno nazionale. Nei derby al sapore di sale e sapore di mare in Versilia, eravamo "figli di bagnini viareggini"; al Melani ci canzonano con un "folza Prato (la elle al posto della erre per assimilarci alla genia cinese), con il "cenciaioli" che era la nostra fierezza di un tempo, e con "i conigli più veloci siete voi". E noi di rimando a rimproverargli le origini agricole di chi non sa fare l’ "o" col bicchiere, di chi guida la macchina come il trattore, di chi rigira l’automobile per svuotarne il portacenere, di chi piange sulla bistecca per..intenerirla. Poi si andava a fare bisboccia insieme e ci si ritrovava nel dopocena nelle due sale da ballo di Agliana, dove c’erano più vene varicose che mattonelle e per quelle più giovani si chiedevano informazioni al prete prima far parte in casa, come si diceva allora del fidanzamento, che portava talvolta al matrimonio. Domani sarà tutt’altra musica: il derby si giocherà tutta fra i pratesi che costeggiano il Lungobisenzio e quelli che frequentano il Chiavacci, salutandoci alla maniera pratese come tu stai accidenti a te, senza possibilità di irridere alle radici comuni. Roba da stropicciarsi gli occhi per il Prato, che sognava in grande e si trova ora nei bassifondi di classifica perché in due si soffre meglio e aver compagni al duol scema la pena, mentre la Zenith ha preso un brodino con la vittoria di domenica scorsa. Lo sportivo biancazzurro freme, senza affidarsi al tranquillismo dei piccoli io nella rassegnata quiete del noi. A Natale saremo tutti più buoni. E’ il prima e il dopo che va rimediato, augurando al Prato un cammino all’insù e alla Zenith l’approdo definitivo verso la Medjugorje della salvezza preconizzata.

Roberto Baldi