REDAZIONE PRATO

La guerra di Prato. Colpo di pistola in testa. Cinese salva per miracolo

Ha 46 anni, l’ha ferita un connazionale dopo un tentativo di rapina fallito. Le ipotesi della Procura: debiti, prostituzione, faida dei clan per le grucce.

Il procuratore capo della Repubblica di Prato, Luca Tescaroli (. Foto Attalmi

Il procuratore capo della Repubblica di Prato, Luca Tescaroli (. Foto Attalmi

Tre episodi violenti e inquietanti in una settimana. Due persone ridotte in fin di vita all’ombra di quella che viene definita una "guerra fra bande" per il controllo dei fruttuosi mercati delle grucce e della logistica all’interno della comunità cinese di Prato ma non solo.

Una preoccupante "escalation criminale", come l’ha definita più volte il procuratore di Prato Luca Tescaroli, che ha visto moltiplicarsi gli episodi violenti dall’estate scorsa a oggi. L’ultimo episodio è avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì, intorno alle 1,15. Una donna cinese di 46 anni, regolare, non è morta per miracolo: un uomo, conosciuto all’interno del circolo cinese Number One, le ha sparato alla testa, all’altezza dell’orecchio sinistro, in seguito a un tentativo fallito di farsi trasferire 10mila euro con un’app sul cellulare. Il colpo è stato sparato a distanza ravvicinata con una pistola di piccolo calibro, forse una 22.

L’ogiva si è incastrata nei tessuti della gola: la donna è stata sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione del proiettile. E’ ricoverata in gravi condizioni in rianimazione, ma prima è riuscita, anche se in modo confuso, a raccontare quanto accaduto alla polizia. Secondo quanto appreso, la donna avrebbe conosciuto il suo aguzzino nel circolo in piena Chinatown di cui lui risulta dipendente.

I due sarebbero usciti insieme e lui le avrebbe chiesto un passaggio in auto sistemandosi sul sedile posteriore. Si sarebbe fatto accompagnare a Vaiano, fuori Prato. In una strada isolata ha tentato di strangolarla con una guaina tanto da lasciarle un profondo solco nel collo. Poi le avrebbe intimato di eseguire il trasferimento di denaro con l’app wallet.

Spaventato dal passaggio casuale di una macchina dei carabinieri, le ha ordinato di tornare verso Prato. Quando si è accorto che l’operazione per il trasferimento di denaro era fallita, le ha sparato alla testa. E’ fuggito lasciandola in una pozza di sangue e prendendo il suo cellulare. Il telefono è stato abbandonato e localizzato dalla polizia. L’uomo è ricercato per rapina e tentato omicidio, anche se la donna non fornito un possibile movente. La procura non esclude nessuna pista: dalla rapina al debito, fino alla prostituzione. Ma non viene tralasciata neppure l’ipotesi di un collegamento con la faida in corso nella comunità. Guarda caso l’aggressore lavora nel circolo dove, nel luglio scorso, un altro imprenditore del settore delle grucce è stato accoltellato all’addome riportando danni permanenti. Forse una coincidenza, ma il collegamento viene spontaneo. Il ferimento della donna l’altra notte dimostra, comunque, come nella comunità cinese non si esiti a fare ricorso alle armi e alla violenza per imporsi.

Laura Natoli